Bruxelles – L’Italia sfida l’Europa, e l’Unione europea attende di vedere le carte. Non pretende spiegazioni, ma aspetta informazioni. Il piano dell’Italia di abolire le Imu e Tasi non piace, e non è cosa di oggi. Già a luglio il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, aveva annunciato che “se le riforme vanno avanti saremo in condizione di abbassare di 50 miliardi in 5 anni le tasse agli italiani”. Il nodo potrebbe qui, in questo “se”. Evidentemente il capo del governo pensa di avere le carte in regola, ma la Commissione europea che non si sbilancia. Di fronte all’annuncio di abolizione della tassa sulla prima casa entro fine anno, la portavoce del commissario per gli Affari economici, Annika Breithardt, si limita a rilevare che “non abbiamo informazioni a parte gli annunci”, e dunque Bruxelles “valuterà lo stato di finanza pubblica italiana così come il programma di stabilità in Autunno, non appena verrà presentato”.
Dai microfoni di Rtl 102,5 Renzi sfida l’Ue. “Le tasse le abbassiamo da soli, non ce lo facciamo dire da Bruxelles cosa tagliare o no”, sibila il presidente del Consiglio in risposta alle indiscrezioni apparse sugli organi di stampa che attribuiscono a “fonti istituzionali” europee la contrarietà della Commissione Ue all’abolizione delle tasse sulla prima casa. Il premier critica “questo modo di procedere con le dichiarazioni affidate a una fonte dell’Unione europea” non meglio precisata. “Ci mettessero nome e cognome”, tuona ancora prima di ribadire che “un’Europa che si gira dall’altra parte quando ci sono i barconi” di migranti, “non ci può venire a dire cosa dobbiamo fare con le tasse”, perché quelle da tagliare “le decidiamo noi”.
Renzi conferma dunque che il governo è intenzionato ad abolire le imposte sulla prima casa e indica nel 16 dicembre prossimo – scadenza della seconda rata di Imu e Tasi – la data del “funerale” di queste imposte. Allo stesso tempo torna a lanciare un appello per la gestione comune dell’immigrazione. Tema su cui, a suo avviso, “l’Ue si deve dare una bella svegliata”.
La Commissione europea però non ha mai indicato nell’abolizione della tassa sulla prima casa un’azione per il nostro Paese, a cui si chiede al contrario di ridurre il debito pubblico. Le entrate fiscali di Imu e Tasi garantirebbero tale richiesta, che è una delle sei raccomandazioni che l’Ue ha formulato per il nostro Paese nei mesi scorsi.
L’inquilino di Palazzo Chigi indica poi i principi che ritiene debbano ispirare i 28 nell’affrontare la questione, alla quale per altro sarà dedicato la riunione straordinaria del consiglio Affari interni del 14 settembre. “Ci vuole durezza seria e rigorosa nelle politiche dell’immigrazione”, avverte, ma “allo stesso tempo cerchiamo di salvare tutte le vite umane”, sottolinea. In sintesi, per Renzi, è arrivato il momento perché “i nostri amici dell’Ue capiscano che occorre avere una politica unitaria su rimpatri accoglienza, solidarietà”.
Infine, ribadendo la soddisfazione espressa ieri per i segnali di ripresa dell’economia italiana, il capo dell’esecutivo torna a sottolineare l’urgenza di procedere con le riforme e indica che è necessario chiudere “entro settembre” quelle istituzionali in discussione al Senato. L’obiettivo è di affrontare poi a ottobre il riconoscimento dei diritti per le unioni civili – “un patto di civiltà al quale non rinunciamo”, assicura il premier – e successivamente dedicarsi alla legge di stabilità, che conterrà il taglio delle tasse promesso e la riforma delle pensioni annunciata prima della pausa estiva dallo stesso Renzi.