Bruxelles – Dove sono le schede di identificazione di 60mila migranti sbarcati in Italia? Il Sole 24 Ore di oggi rivela che venerdì scorso la Commissione europea, con una lettera, ha rivolto questa imbarazzante domanda all’Italia, alla quale, da tempo, si chiede di onorare i suoi impegni sulla identificazione dei migranti giunti nel suo territorio.
“In una lettera inviata a Roma venerdì scorso – scrive Beda Romano sul Sole -, l’esecutivo comunitario ha fatto notare che il governo non rispetta gli impegni nel raccogliere le impronte digitali degli immigrati irregolari. […] Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, nella sua lettera la Commissione ha ricordato a Roma che le regole comunitarie prevedono l’identificazione dell’immigrato clandestino attraverso la raccolta delle impronte digitali, poi trasmesse a una banca dati europea. Bruxelles ha notato che nei primi sette mesi dell’anno, circa 92mila persone hanno attraversato illegalmente le frontiere esterne dell’Unione controllate dall’Italia. Di queste, solo 29.881 sono state identificate”.
Il ministro degli Interni Angelino Alfano a luglio promise una progressiva attuazione delle norme europee sull’identificazione dei migranti, che avrebbe proceduto di pari passo con la ricollocazione tra i Paesi Ue, non negando, di fatto, che le carenze denunciate da più parti esistono. “Da tempo – continua Romano -, le autorità comunitarie […] Sospettano che Roma non rispetti l’obbligo per consentire nei fatti a queste persone di proseguire clandestinamente il viaggio verso il Nord Europa. Nella sua lettera, la Commissione ricorda che la raccolta delle impronte digitali è un impegno del Paese di primo sbarco, e una condizione cruciale nell’applicazione del Principio di Dublino”.
La pressione sull’Italia era attesa, e ora il governo italiano entro il 10 settembre dovrà dare le sue spiegazioni. La scelta della Commissione, spiega Romano “non è per nulla banale nell’attuale contesto politico. Se in luglio i Ventotto hanno accettato obtorto collo una forma blanda di ricollocazione temporanea attraverso l’Unione di 32.256 rifugiati arrivati in Italia e in Grecia è a condizione che i Paesi di arrivo raccolgano con precisione e costanza le impronte digitali degli immigrati illegali, in modo anche da valutare volta per volta se le persone abbiano o meno diritto all’asilo”.
La notizia fa scatenare l’eurodeputato leghista Mario Borghezio, il quale denuncia che “il nodo del mancato prelievo delle impronte digitali a decine di migliaia di clandestini da parte dei dilettanti allo sbaraglio del Governo italiano è arrivato al pettine della Commissione Europea!”. Secondo Borghezio “l’UE ha posto le basi per una prossima procedura di infrazione, ove Roma, come è prevedibile, non riesca a giustificare l’enorme divario fra il numero dei clandestini sbarcati in Italia davvero esorbitante e lo sparuto dato dei clandestini fotosegnalati e identificati attraverso i rilievi dattiloscopici”. Secondo il leghista la situazione “è dovuta al buonismo idiota e irresponsabile dell’attuale dirigenza italiana, e non può non indebolire l’Italia nel negoziato comunitario per la revisione del Principio di Dublino, proprio nel momento in cui, finalmente, persino il Governo della Signora Merkel apre in questo senso”.