Bruxelles – Il governo ad interim della Grecia starebbe pensando di congelare l’introduzione dell’Iva al 23% per le scuole private voluta dall’esecutivo di Alexis Tsipras. Il provvedimento era stato inserito nel pacchetto di riforme votato lo scorso 14 agosto per assicurare l’accordo con i creditori per il terzo prestito al Paese. Nei giorni scorsi sulla stampa del Paese era rimbalzata la notizia che la richiesta del blocco del provvedimento, che ha scatenato le proteste delle scuole private che prima non pagavano questa tassa, sarebbe stata avanzata da Bruxelles. “La Commissione non ha chiesto alla Grecia di cambiare la sua legislazione sull’Iva applicabile agli istituti privati”, ha però dichiarato Annika Breidthardt, portavoce della Commissione europea per gli Affari economici, aggiungendo che l’accordo tra le Istituzioni e Atene “non contiene richieste specifiche per l’Iva nelle scuole private”, e quindi la scelta di introdurla, come quella possibile di sospenderla resta soltanto ad Atene, anche se “al momento le autorità greche non hanno ufficialmente proposto questa esenzione e quindi non possiamo speculare su possibili future richieste”.
L’associazione delle scuole private del Paese ha lanciato una petizione firmata da circa 100mila persone che chiede la sospensione della misura che dovrebbe permettere di portare nelle casse del Paese 168 milioni di euro quest’anno e 240 il prossimo, e il governo provvisorio sta pensando di congelare il provvedimento per alcuni mesi, in modo da lasciare la decisione se applicarlo o meno al nuovo esecutivo che si formerà dopo le elezioni del 20 settembre. “La Commissione ha ricevuto una lettera di protesta da parte delle scuole private e sta valutando se il provvedimento è in linea con le regole europee”, ci spiega una fonte europea secondo cui il responso definitivo non è ancora stato raggiunto ma “sembra che il provvedimento sia compatibile con le direttive comunitarie in materia”.