Bruxelles – È vero le cifre degli sbarchi sono molto alte, ma sono “gestibili” per un continente di 500 milioni di abitanti. Il primo vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, in una conferenza stampa al termine di un sopralluogo congiunto con il premier francese Manuel Valls e il commissario Dimitris Avramopoulos a Calais (in settimana i due saranno in Grecia, altra zona di crisi), ha affermato che l’Europa “ce la può fare” a far fronte all’emergenza immigrazione, ma solo “a condizione che si dia una risposta con spirito di unità e responsabilità”, perché “la crisi non riguarda Francia o Gran Bretagna, non è una crisi greca, italiana o ungherese, è una crisi di ampiezza europea che richiede risposte europee”, ripete per l’ennesima volta. Per questo si rivolge direttamente ai Paesi che sono stati più restii ad accettare le ultime proposte della Commissione sulla ripartizione dei richiedenti Asilo: “È il momento che comprendano che l’adozione di politiche più coraggiose e la manifestazione della solidarietà sul proprio territorio è anche nel loro stesso interesse”.
“Avremmo voluto andare più veloce, avremmo voluto avere decisioni veloci, ma ci sono Stati che hanno reticenze basate su storia, situazione politica interna e non siamo riusciti a convincere tutti a seguire un approccio comune, ma almeno siamo riusciti a trovare un accordo sul principio che bisogna condividere la responsabilità”, afferma ancora Timmermans secondo cui servono “procedure più veloci”, per le pratiche di asilo politico e anche “una unificazione delle nostre politiche d’asilo e livello europeo”. L’approccio europeo, dichiara insieme al premier francese, deve basarsi su umanità e solidarietà e fermezza.
Umanità perché “ogni migrante deve essere trattato con dignità e deve poter vivere in condizioni dignitose”, responsabilità perché “il diritto d’asilo deve essere rispettato dappertutto, e chi è perseguitato deve essere accolto in Europa”, ma anche fermezza che vuol dire “distinguere un rifugiato da un immigrato irregolare che deve invece essere riportato nel proprio Paese”, afferma Valls. L’Europa, ha concluso il premier, “ha un appuntamento con sé stessa, deve dimostrare di essere non solo un progetto economico, ma di essere anche basata su valori. È una sfida, ma come con la crisi greca, con la solidarietà può proteggere i suoi cittadini e fornire le giuste risposte”.
Oggi della questione ha parlato anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, sostenendo che i Paesi sotto stress devono essere aiutati da tutta l’Unione. “C’è un grande accordo sul fatto che l’Italia debba essere aiutata. Ciò a cui stiamo assistendo non è giusto”, ha detto la cancelliera parlando a Berlino. Se non si riuscirà a gestire questa emergenza, ha aggiunto, “l’Unione europea ne subirebbe le conseguenze per sempre, in particolare su rispetto dei diritti umani”, dunque bisogna al più presto arrivare a collaborare sull’accoglienza. “Se non riusciremo a distribuire in modo equo i rifugiati, allora – ammonisce – la questione Schengen sarà di nuovo in agenda per molti”.
Poi la frase che colpisce: “Ci troviamo di fronte a una pesante sfida nazionale – ha affermato Merkel -. Sarà una sfida cruciale che non durerà giorni o mesi ma per un lungo periodo. La scrupolosità tedesca è grande, ma adesso abbiamo bisogno di essere flessibili”. Poi la cancelliera ha insistito sul fatto che “i paesi Ue devono condividere la responsabilità della tutela del riconoscimento del diritto di asilo, bisogna avere un sistema equo di quote”. Il capo del governo tedesco rivendica poi che “ci sono più tedeschi che aiutano i rifugiati rispetto a coloro che protestano. Dobbiamo accelerare le procedure per chi chiede asilo, specialmente dai Balcani”.
Nell’occasione della visita a Calais Timmermans ha anche annunciato che l’Unione europea metterà a disposizione delle autorità francesi altri 5 milioni di euro, per contribuire alla creazione di un campo in grado di fornire assistenza umanitaria a circa 1.500 i migranti che vivono nella zona intorno al campo di accoglienza “Jules Ferry” e per sostenere il trasporto di richiedenti asilo da Calais a altre destinazioni in Francia.