Bruxelles – Una proposta per una lista europea di Paesi considerati “sicuri” come metodo per arginare il flusso migratorio. La Commissione europea sta lavorando a questa ipotesi, una tra “le diverse opzioni sul tavolo” ma allo stato attuale forse la preferita nel Berlaymont. Comunque vada entro “fine autunno” – annuncia il portavoce dell’esecutivo comunitario, Miina Andreeva – la Commissione proporrà le modifiche in tema di immigrazione. Il presidente Jean-Claude Juncker parlerà il 9 settembre a Strasburgo e lì, davanti all’Aula dell’europarlamento, svelerà l’agenda politica della Commissione. Al momento nessuno vuole “bruciare” Juncker, e dunque si preferisce il massimo riserbo. Ma è un dato di fatto che le opzioni sono due: o si modifica la vigente direttiva sul diritto d’asilo (“ma richiede tempo”, sottolineano in Commissione) oppure si produce una nuova proposta legislativa, da far approvare in Consiglio con voto a maggioranza qualificata. La Commissione lavora a questa seconda ipotesi.
In base alle regole attuali, ogni Stato membro ha la possibilità – ma non l’obbligo – di redigere un lista di Paesi considerati “sicuri”. Questo vuol dire che migranti provenienti da tali Paesi non hanno motivo “di sicurezza” per venire in Europa e dunque si rimpatriano. Ma ogni Paese ha la propria lista, e dunque si pone il problema di creare un’unica lista di Paesi che ponga delle barriere all’ingresso in Europa. Già mercoledì e giovedì il collegio dei commissari lavorerà al dossier nel seminario che terrà a Genval, poco fuori Bruxelles. “Per la riunione straordinaria del consiglio Affari interni del 14 settembre ci saranno tutti gli elementi utili al dibattito”, assicura ancora Mina Andreeva.
Intanto Bruxelles bacchetta il governo ungherese per la costruzione del muro lungo la frontiera con la Serbia. “Non sono previste conseguenze legali” per Viktor Orban e il suo governo, ma – sottolineano Andreeva – “le barriere mandano sempre un messaggio sbagliato, e la Commissione europea non incita mai a inviare tali messaggi ma incoraggia sempre a trovare altre soluzioni”.