Bruxelles – Non è un percorso facile quello che sta portando il partito del premier dimissionario, Alexis Tsipras verso nuove elezioni in Grecia. L’intenzione del leader di Syriza, che dopo l’accordo con le istituzioni internazionali per il nuovo programma di salvataggio ha perso l’appoggio dell’ala sinistra del partito, era quella di ottenere nuova legittimazione e formare una maggioranza più stabile con cui andare avanti. Ma l’impresa non si sta rivelando semplice. A poche settimane dalle elezioni, che si terranno con ogni probabilità il prossimo 20 settembre, prosegue l’emorragia dei quadri all’interno del partito di Syriza che, come scrive oggi il quotidiano Protothema, “saltano dalla nave a destra e a sinistra”.
Dopo la scissione guidata dall’ex ministro dell’Energia Panagiotis Lafazanis – che la settimana scorsa ha fondato il partito Unione Popolare, portandosi via 25 deputati – lunedì si è dimesso Tasos Koronakis, segretario del partito e stretto alleato dell’ex premier Alexis Tsipras. E oggi la stampa dà per probabile che la controversa presidente della Camera Zoe Constantopoulou creerà un partito proprio. Nel frattempo, secondo fonti citate dal giornale, la vice ministro per la Politica migratoria, Tasia Christodoulopoulou, e suo marito, il vice ministro della Marina mercantile, Thodoris Dritsas, hanno reso noto che non correranno con Syriza alle prossime elezioni. Insieme con loro, altri due esponenti di Syriza, la deputata Iro Dioti (di Larisa) e il collega Kostas Dermitzakis (di Lasithi) hanno rilasciato dichiarazioni in cui spiegano i motivi che li hanno indotti a lasciare il partito.
E anche dai sondaggi non arrivano notizie rassicuranti. Secondo un sondaggio condotto dall’emittente privata Vergina TV, il partito di centro destra Nea Dimokratia, si sta avvicinando molto, a Syriza in termini di consensi. In base alla ricerca, Syriza ha ricevuto il 24% dei voti favorevoli degli intervistati, mentre Nea Dimokratia ha ottenuto il 22%. Un risultato ben diverso da quello delle elezioni del gennaio 2015 che portarono al governo Alexis Tsipras: all’epoca Syriza ottenne il 36,3% contro il il 27,8% di Nea Dimokratia. Oggi, secondo il sondaggio, il partito filo-nazista Chrysi Avghì (Alba Dorata) otterrebbe il 6% dei voti, seguito da To Potami (il Fiume, di centro) con il 5,5%. Il partito comunista greco (Kke), il socialista Pasok e l’appena costituito Unità Popolare, guidato dall’ex ministro dell’Energia Panagiotis Lafazanis, riceverebbero invece ciascuno il 4,5% delle preferenze. L’Unione centrista, che non è attualmente nel Parlamento, otterrebbe il 4% dei voti, mentre Greci Indipendenti (An.El), che compone l’attuale coalizione di governo con Syriza, solo il 3,5%.
Syriza cerca di riguadagnare consensi assicurando che presto sarà presentato un programma “parallelo, realistico e adattato” che non sia in conflitto con gli accordi di salvataggio firmati dalla Grecia con i creditori internazionali, ma che punti a controbilanciare le ripercussioni più dure per le fasce più deboli della società. “Ci sono impegni che abbiamo concordato e sosterremo. Tuttavia, abbiamo un programma parallelo che attueremo e che riteniamo sarà in grado di controbilanciare le ripercussioni più difficili, soprattutto per i più deboli, che abbiamo l’obbligo di affrontare perché abbiamo preso questo impegno con il popolo greco”, ha fatto sapere la portavoce del governo, Olga Gerovasili nel corso di un’intervista radiofonica. Il programma è “al di fuori delle trattative” ha aggiunto ed è basato su obiettivi fattibili, realistici, che non si scontrano con i termini dell’accordo sottoscritto con i creditori.