Bruxelles – Un unico “centro di comando e di controllo” gestito congiuntamente da Francia e Gran Bretagna, per rafforzare la sicurezza a Calais. Parigi e Londra cominciano a collaborare per arginare i tentativi di migliaia di migranti di raggiungere la Gran Bretagna attraverso l’Eurotunnel. Secondo il ministro dell’Interno britannico, Theresa May, il comando centrale servirà a “contrastare le pericolose bande criminali che si arricchiscono con il traffico di esseri umani vulnerabili”. Dall’inizio dell’anno, i servizi di polizia francesi e britannici hanno sgominato “non meno di 19 filiere” di trafficanti di esseri umani che organizzano passaggi sotto il tunnel della Manica per i migranti irregolari, contro 14 in tutto il 2014, ha sottolineato l’omologo francese, Bernard Cazeneuve, secondo cui l’accordo raggiunto è un esempio della “collaborazione franco-britannica, particolarmente necessaria vista la gravità della situazione”.
L’intesa prevede un aumento della sorveglianza all’imbocco del tunnel e del monitoraggio dei mezzi in transito, con in particolare “nuove squadre di perquisizioni 24 ore su 24 e 7 giorni su 7″. La Gran Bretagna si è impegnata anche finanziariamente, annunciando un contributo di 10 milioni di euro su due anni per la gestione dei migranti sul lato francese del tunnel. Saranno aumentate anche le capacità di trattamento delle domande d’asilo a Calais, in forte aumento dall’inizio dell’anno. Ma nemmeno con questo accordo la Gran Bretagna si sente del tutto sicura e May ha fatto sapere di avere già avviato colloqui con il Belgio e con l’Olanda “ben conscia della possibilità dello spostamento” delle attività di traffico di esseri umani verso la Gran Bretagna a partire da questi Paesi una volta rafforzati i controlli a Calais.
Nella dichiarazione congiunta dei due ministri dell’Interno c’è anche l’impegno a fornire un sostegno alla Grecia e all’Italia sui cosiddetti “hotspots”, i centri di identificazione destinati a distinguere i rifugiati dai migranti economici irregolari. May e Cazeneuve hanno anche lanciato un appello all’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini, chiedendo che si lavori per “un dialogo di alto livello con i principali Paesi di transito e provenienza” dei migranti.
A rispondere da Bruxelles sono intanto il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans e il responsabile per l’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos che hanno fatto sapere che saranno a Calais il 31 agosto per vedere di persona la situazione. “Accogliamo con favore la dichiarazione delle autorità britanniche e francesi per intensificare la cooperazione sulla situazione migratoria a Calais”, scrivono i due in una nota congiunta: “Su queste sfide transfrontaliere la Commissione supporta il rafforzamento della cooperazione tra Stati membri e continuerà a giocare il suo ruolo nel supportare gli Stati”. Sull’immigrazione, continuano gli esponenti dell’esecutivo Ue, “abbiamo fatto progressi incredibili nel corso di pochi mesi” ma “ ancora non ci siamo: gestire l’immigrazione non è una questione di emergenze ma di risposte a lungo termine”. Per questo serve “un meccanismo di ricollocazione permanente”, insiste la Commissione, ben sapendo che una soluzione di questo genere è fortemente osteggiata dalla gran parte degli Stati. Ma occorre anche “una definizione europea coordinata dei Paesi di origine sicuri”, quelli in cui i migranti possono essere rimandati, e “bisogna esplorare modi per aprire canali di immigrazione legali”. Su questo “la Commissione ha proposte già pronte – assicurano Timmermans e Avramopoulos – e conta sugli Stati membri per il loro coraggio e impegno” perché “questa è una sfida europea e servono risposte europee”.