Bruxelles – Per i giovani “c’è ancora una grande quantità di lavoro da fare negli Stati membri” dell’Unione europea. La preparazione fornita alla fascia di popolazione al di sotto dei venticinque anni di età è ancora poca, e se il quadro non cambia difficilmente si può eliminare il problema della disoccupazione giovanile. In una speciale analisi del centro studi del Parlamento europeo, si ricorda come l’Ue ritenga fondamentale dotare i giovani di capacità imprenditoriali attraverso l’istruzione e la formazione, da garantire in modo trasversale. Questo, secondo la classe politica europea, dovrebbe permettere ai giovani di trovare da sé la propria attività lavorativa sul mercato. Peccato che dal 2013 – anno in cui il Consiglio europeo ha approvato l’iniziativa per l’occupazione giovanile (febbraio) e la garanzia giovani (aprile) “non vi è ancora alcuna chiara conoscenza dell’imprenditorialità e deve essere fatto di più per sviluppare e formare il personale e gli studenti”.
Come era facile attendersi, alle decisioni prese a livello comunitario non stanno facendo seguito – o non in maniera decisa – gli impegni nazionali. Crisi, vincoli di bilancio e politiche di risanamento sicuramente giocano un ruolo. Ma al di là di tutto, dalle valutazioni condotte allo stato attuale “permane un certo numero di limitazioni, non da ultimi le risorse scolastiche e gli insegnanti esterni” necessari per l’insegnamento dell’imprenditoria. Il Parlamento bacchetta perciò gli Stati membri. “E’ facile scrivere la lista dei desideri sul cosa dovrebbero fare gli insegnanti in classe, ma senza le risorse necessarie la formazione di base e il sostegno nella scuola a livello nazionale il raggiungimento di competenze imprenditoriali sono destinate a non essere ottenute”. Il che vuol dire rendere inefficaci le strategie europee a sostegno dei giovani e dell’occupazione giovanile.
Da qui le raccomandazioni per tutti, i compiti per casa per i grandi prima ancora che per i piccoli. Si chiede di fatto una nuova riforma della scuola, visto che si raccomanda di “insegnare l’imprenditorialità agli studenti come materia principale”, con particolare attenzione agli “studenti più giovani della scuola secondaria di primo grado” per i quali dovrebbero essere previsti “esercizi pratici”. Tutto questo significa avere un corpo docente “formato”. In secondo luogo si dovrebbe introdurre lo studio curriculare di materie quali economia, elementi base di finanza, business, affiancate all’utilizzo delle tecnologie, prime fra tutte internet. In terzo luogo si chiede di accelerare il processo di affiancamento scuola-università, con la possibilità per le imprese di rilasciare speciali certificati di imprenditorialità agli studenti e agli insegnanti. Inoltre, in tutte le scuole secondarie di secondo grado (licei) e in tutte le università si dovrebbe creare una nuova figura di “consulente di carriere e di collegamento industriale” così da permettere un dialogo più dinamico tra mondo della scuola e mondo del lavoro. Si invitano gli Stati membri, infine, a considerare “la differenziazione delle scuole secondarie superiori (anni 11-13) in scuole specializzate”.