Bruxelles – L’ultimo intervento ha avuto luogo soltanto qualche ora fa, quando 113 migranti iracheni sono stati salvati dalla Capitaneria di porto di Reggio Calabria mentre il barcone di legno sul quale viaggiavano si trovava in balia delle onde. Non accennano a diminuire gli sbarchi sulle coste meridionali dell’Europa, così come sono in continuo aumento i migranti che tentano d’entrare nell’Ue via terra, attraverso l’Ungheria. Nel mese di luglio sono approdate sulle coste greche 50 mila persone, più che nell’intero 2014, mentre in Ungheria nello stesso mese ne sono arrivate 35 mila. “Questo significa che l’Ungheria si è unita all’Italia e alla Grecia in quanto Stato membro in prima linea” ha dichiarato settimana scorsa il Commissario Ue alla Migrazione, Dimitris Avramopoulos, certificando che il fronte caldo della crisi umanitaria si sta spostando sempre più verso oriente. In Italia a luglio i migranti sbarcati sulle coste sono stati 20 mila.
IL BOOM DI ARRIVI L’emergenza ormai riguarda tutta Europa e secondo i dati diffusi da Frontex, l’Agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne, a luglio 2015 il numero di migranti arrivati nell’Ue è più che triplicato rispetto all’anno precedente e ha superato per la prima volta quota 100 mila in un solo mese (107.500 il totale). Con i suoi 340 mila arrivi, in sette mesi il 2015 ha già superato le cifre dell’intero 2014, quando gli immigrati erano stati 280 mila. E non passa giorno senza che la Commissione non rinnovi la pressione sugli Stati membri per l’adozione di una risposta unitaria e solidale al problema, ribadendo anche di essere pronta a dispiegare ulteriori mezzi tecnici sul campo se necessario. Proprio una segnalazione fatta da un aereo di Frontex, l’Agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne, ha permesso oggi il salvataggio dei 113 migranti al largo delle coste Calabresi, a testimonianza di quanto sia importante la collaborazione fra Stati e istituzioni comunitarie per la gestione della crisi.
I FINANZIAMENTI SPECIALI Si moltiplicano intanto le richieste di finanziamenti d’emergenza da parte dei Paesi Ue per far fronte alla pressione migratoria. La settimana scorsa l’Ungheria ha ufficialmente inoltrato alla Commissione la domanda per un’assistenza “extra” da 8 milioni di euro, ottenendo anche che in ottobre si tenga una conferenza di alto livello per discutere delle misure da adottare nei Balcani. Pure l’Austria ha richiesto di ricevere ulteriori fondi, che dovrebbero essere sborsati entro la fine del mese. A breve la Francia inoltrerà una seconda domanda d’assistenza, che va ad aggiungersi a quella da 4 milioni già soddisfatta a febbraio. Nei prossimi giorni il commissario europeo Avramopoulos si recherà a Calais per constatare di persona la situazione, e dopo il vertice di La Valletta con i Paesi Africani (che si terrà a novembre), andrà in Niger insieme al ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, per mettere in piedi un primo centro pilota di gestione delle domande d’asilo direttamente in territorio africano. A spaventare, però, è anche l’impennata di arrivi dalla Turchia (+ 512% rispetto al 2014, via terra o via mare), per questo Avramopoulos si recherà presto anche ad Istanbul insieme all’Alto rappresentante dell’Unione, Federica Mogherini.
LE ISOLE DELL’EGEO La Grecia, che in questi giorni sta vivendo uno dei momenti più difficili dal punto di vista degli sbarchi, a breve riceverà un finanziamento d’emergenza da 2,74 milioni di euro per supportare la risposta messa in atto sulle isole dall’Agenzia Onu per i rifugiati, Unhcr. A breve il governo ellenico dovrebbe domandare ufficialmente un ulteriore aiuto finanziario, mentre oggi le autorità di Atene hanno annunciato che aggiungeranno altri traghetti sulla rotta che collega le isole dell’Egeo orientale al continente per cercare di allentare la pressione sulle isole. Nei prossimi giorni l’Unione europea installerà il quartier generale del proprio “hotspot”, cioè un centro d’identificazione gestito dalle agenzie Ue, nel porto del Pireo per venire incontro alle richieste delle autorità greche, che il 25 e 26 agosto s’incontreranno con la Commissione per definire i dettagli dell’operazione.
LE INFRAZIONI Intanto, resta alta l’attenzione della Commissione sulla gestione dei flussi migratori da parte degli Stati. Ben 32 procedure d’infrazione sono attualmente aperte per presunte violazioni legate al sistema europeo d’asilo. “Sappiamo che alcuni migranti rifiutano di farsi identificare e preferiscono restare in una situazione d’illegalità per potersi recare in altri Paesi – ha dichiarato oggi un portavoce della Commissione – ma ricordiamo agli Stati che ognuno deve rispettare le regole fare il proprio dovere, come prendere le impronte digitali dei migranti alle frontiere”.