Bruxelles – Il Parlamento greco si appresta a votare il terzo Memorandum dopo l’accordo tecnico raggiunto con le istituzioni (Commissione, Bce, Fmi e Fonso Salva-Stati Esm) lunedì mattina. Alexis Tsipras è determinato nel voler portare a casa questa ulteriore, difficile, approvazione per poi lottare per raggiungere domani, all’Eurogruppo straordinario convocato per discutere il nuovo piano, il definitivo via libera del prestito da circa 86 miliardi di euro. E non sarà semplice, Tsipras dovrà affrontare sia l’opposizione interna al suo Paese, con Syriza che rischia di spaccarsi a causa di una possibile scissione guidata da Panayiotis Lafazanis, sia l’opposizione in Europa, guidata dalla Germania, che insiste perché si proceda per un prestito ponte per permettere alla Grecia di pagare la rata da 3,2 miliardi dovuta alla Bce per i titoli di Stato detenuti da Francoforte, e allo stesso tempo di continuare i negoziati.
IL NUOVO MEMORANDUM – Il nuovo Memorandum, un documento di 29 pagine, fissa obiettivi di bilancio più bassi rispetto a quelli richiesti a giugno, si tiene conto della grave recessione che farà perdere all’economia greca il 2,3% del Pil quest’anno e l’1,3% l’anno prossimo. Si parla di un deficit dello 0,25% per quest’anno, un surplus dello 0,5 nel 2016, dell’1,75 nel 2017, e del 3,5 nel 2018. Le riforme, con scadenze molto strette, sono piuttosto dure e comprendono, tra le altre cose, l’eliminazione delle agevolazioni fiscali per le isole, ma solo a partire da fine del 2016, l’abolizione delle agevolazioni fiscali per i carburanti ad uso agricolo, la graduale abolizione delle pensioni anticipate, la deregolamentazione del mercato dell’energia e la sua piena liberalizzazione entro il 2018, l’attuazione del programma di privatizzazioni previsto dall’accordo dell’Eurosummit.
L’OPPOSIZIONE DELLA GERMANIA – E proprio su questo punto sembra che ci siano le maggiori perplessità della Germania visto che nel Memorandum non sono specificati gli “asset strategici” che dovrebbero essere messi in vendita dal Paese, ma si parla di una task force da mettere in piedi a dicembre che li dovrebbe identificare. Quest’assenza pesa molto per Berlino, assieme alla mancanza di chiarezza sul coinvolgimento del Fmi che ancora non ha deciso quando e in che parte contribuirà al pacchetto di aiuti, e per questo Angela Mekel insiste con la proposta del prestito ponte per permettere ai negoziati di proseguire e di scrivere un Memorandum molto più preciso.
SYRIZA A RISCHIO SCISSIONE – Ma le opposizioni saranno anche nel Paese e le discussioni in Aula saranno come sempre molto accese, con un voto previsto in nottata. Manifestazioni anti-austerità sono in programma per questa sera nel centro di Atene in concomitanza con la riunione del Parlamento. Il sindacato Adedy, che rappresenta i dipendenti del settore pubblico, ha convocato i propri iscritti in piazza Syntagma (davanti al Parlamento) per le 20 locali mentre gli affiliati al Pame (vicino al Partito Comunista) si riuniranno mezz’ora prima in piazza Omonia. Panayiotis Lafazanis, ex ministro dell’Energia e che guida la Piattaforma di sinistra, la corrente più radicale di Syriza, ha annunciato che intende creare un nuovo movimento contrario al piano scritto con i creditori. Insieme a lui altre undici personalità di spicco del partito.