Bruxelles – Una Commissione europea fortemente politica, come quella di Jean-Claude Juncker ha rivendicato a più riprese di essere, non può essere anche guardiana dei trattati. Per questo alcune funzioni di supervisione, in particolare sulla concorrenza o il mercato interno, dovrebbero essere “sottratte” all’esecutivo comunitario e affidate ad organismi indipendenti. A sostenerlo è il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che, secondo quanto riportato dal quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung avrebbe già chiesto, in occasione della riunione dei ministri delle finanze Ue di due settimane fa a Bruxelles, una rapida discussione degli Stati membri su come la Commissione sia in grado di compiere le sue funzioni originarie, come monitorare il rispetto delle norme sulla concorrenza.
A scatenare la riflessione del ministro delle Finanze tedesco sarebbe stato in particolare l’atteggiamento tenuto dalla Commissione nel corso delle discussioni con Atene. In questa circostanza, secondo Schaeuble, Juncker avrebbe di parecchio superato i compiti spettanti alla Commissione, entrando direttamente nei negoziati, intrattenendo contatti, su iniziativa personale, con Alexis Tsipras e svolgendo insomma quelle funzioni che sarebbero invece state proprie dell’Eurogruppo.
Ora dunque, di fronte a questa accresciuta funzione politica della Commissione, la proposta di Schaeuble sarebbe quella di privarla di alcune sue funzioni, che andrebbero “esternalizzate” affidandole ad organismi indipendenti. Una discussione che potrebbe inserirsi in quella per cui spinge il premier britannico, David Cameron che, in vista del referendum che progetta di tenere a giungo 2016, chiede con forza una riforma dei trattati. Ma le voci che spingono per cambiamenti importanti nell’architettura europea in questi giorni si moltiplicano. Recentemente il presidente francese, François Hollande ha sostenuto la necessità di un governo unico dell’Eurozona, mentre secondo il ministro dell’Economia italiano, Pier Carlo Padoan, l’unione monetaria, così com’è, è incompleta.
“È vero, possiamo dire che la Commissione europea è più politica, ma questo vuole dire che siamo partigiani? No, vuole solo dire che siamo molto consapevoli di quello che succede sul terreno e di quello che i cittadini si aspettano da noi: si è visto sull’immigrazione, l’unione energetica, l’unione digitale e potrei fare altri esempi”, fa notare Mina Andreeva, portavoce della Commissione Ue, che non ha comunque fornito una posizione ufficiale perché “non commentiamo echi di voci che non sappiamo nemmeno se riflettono il pensiero di Schaeuble”. La portavoce ricorda anche che gli articoli dei Trattati che parlano del ruolo della Commissione europea non si limitano a dire che questa dà impulso alla legislazione europea ma anche che il suo compito “è promuovere l’interesse generale dell’Ue”. Juncker, fa anche notare la portavoce, “conosce Schaeuble da decenni, lo considera uno dei più convinti e convincenti europeisti e segue con interesse amichevole tutte le idee che propone”.