Roma – “L’Italia è sempre stata disponibile a considerare un alleggerimento del debito” di Atene. Lo ha dichiarato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, intervenendo in Aula a Montecitorio per una informativa urgente sulla crisi greca. Il numero uno di Via XX Settembre ha ricordato che “le conclusioni dell’Eurosummit escludono la possibilità di un taglio nominale. Rimane però sul campo l’ipotesi di una ristrutturazione”, che può assumere la forma di un taglio sugli interessi o un allungamento dei tempi previsti per il rimborso dei creditori. In questo secondo caso, per il ministro, anche una dilazione “trentennale come prospettato dal Fmi avrebbe un impatto molto limitato” per i conti pubblici italiani.
Padoan è tornato a sottolineare che la crisi greca “testimonia di un progetto ancora incompiuto” riguardo all’eurozona, dove c’è necessità di “ricostruire il clima di fiducia tra Paesi membri” e pensare a una governance migliore. Un argomento sul quale “il rapporto dei 5 presidenti offre spunti interessanti che vanno approfonditi”, indica il titolare dell’Economia ricalcando quanto espresso ieri dal premier Matteo Renzi davanti alla Conferenza degli ambasciatori. La sua convinzione è che “l’unione monetaria vada affiancata da quella bancaria, in buona parte completata, e da un’autentica unione economica e fiscale”, che implichi tanto il “rispetto delle regole” quanto una “necessaria condivisione del rischio, sostenuta da una mutualizzazione delle risorse”.
Un passo in questa direzione potrebbe essere l’istituzione di una tassa sovranazionale per finanziare l’Eurozona, la cosiddetta ‘eurotassa’ la cui proposta è stata attribuita al ministro delle Finanze di Berlino, Wolfgang Schauble. “Ho letto anch’io sulla stampa questa informazione”, ha dichiarato Padoan, sostenendo però che “il ministero tedesco non ha dato conferme ufficiali sull’iniziativa”. Certo è, tuttavia, che “il tema delle tasse a livello europeo, e di eventuali misure di armonizzazione fiscale, è da parecchie settimane nel dibattito pubblico e anche in quello ufficiale” nell’Ue, ha ammesso l’esponente dell’esecutivo.
“La più importante iniziativa” che va in questa direzione è rappresentata dal gruppo di lavoro presieduto dal senatore Mario Monti – il quale, in una intervista pubblicata oggi dal Corriere della sera, ha negato si stia preparando una eurotassa, sostenendo che l’eventuale forma di finanziamento della zona euro “lascerà invariato l’onere complessivo a carico di cittadini e imprese derivante dalle fiscalità nazionali e dalle risorse proprie di pertinenza della Ue” – ma al momento il rapporto del gruppo, che verrà presentato la prossima primavera, “non contiene proposte specifiche”, ha annunciato Padoan.
L’unica proposta specifica sulla quale si lavora è la Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie. “Il Consiglio europeo l’ha bocciata perché alcuni Paesi membri erano contrari”, ha ricordato Padoan. Tuttavia, ha rivelato, “la discussione sta andando avanti tra 11 Stati tra cui l’Italia”.
Su cosa debba finanziare una eventuale eurotassa ci sono “varie ipotesi non ufficiali allo studio”, ha proseguito il ministro. “Oltre a produrre una fonte di alimentazione del bilancio”, ha spiegato, potrebbe finanziare “la redenzione del debito – ipotesi che circola molto in Germania – o una forma di assicurazione contro la disoccupazione”, ha concluso.