Roma – In Europa “si sta aprendo un grande periodo costituente”. Ne è convinto il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Chiudendo i lavori dell’XI conferenza degli ambasciatori italiani, il premier non attribuisce alla “questione ‘Grecia sì o Grecia no’” la responsabilità di aver aperto una riflessione sulla riscrittura delle regole comuni. Ritiene piuttosto che saranno “il referendum nel Regno unito e le elezioni in Francia, in Spagna e in Portogallo” ad aprire un argomento che “il rapporto dei 4 presidenti ha appena toccato” ma sul quale servirà “un dibattito lungo”. E il luogo dove svolgerlo non è “il palazzo di Bruxelles o di Strasburgo”, ma i diversi stati membri e le loro opinioni pubbliche.
Una riscrittura dei trattati, per Renzi, è dunque necessaria, perché l’idea di Europa “non può essere solo quella di unione economica, per di più con politiche sbagliate”, e “non può essere la sola austerità a salvare questo nostro continente”. Il premier torna così ad attaccare la politica del rigore. Si spinge a dire che “l’Italia ha smesso di crescere quando ha abbracciato la filosofia, tipicamente europea, del rispetto di parametri”.
Tentenna un po’, per la verità, nel pronunciare la frase. Mentre le parole gli escono di bocca, pensa già a come correggere il tiro per non far sembrare che a pronunciarle sia un altro Matteo, il leghista Salvini. E infatti, subito dopo precisa che “i parametri sono comunque utili” e, confermando l’intenzione del taglio di tasse annunciato poco più di una settimana fa, mette subito in “chiaro che l’operazione si farà facendo calare la curva del debito”, che comincerà a scendere “dal 2016”, come previsto dal governo nel Def (Documento di economia e finanza) presentato a Bruxelles.
Oltre alla riscrittura delle regole, il capo dell’esecutivo indica infine un altro punto sul quale “prima o poi dovremo porci il problema: se l’Ue a 28 sia troppo o troppo poco”. La risposta, a suo avviso, è che “una europa che non si apre alla Serbia e all’Albania, in questa fase storica, è certamente troppo poco”.