Bruxelles – “Non si dovrebbe correre mentre c’è ancora del fumo che esce dalla casa in fiamme”. Marek Belka, governatore della Banca centrale polacca ed ex primo ministro, ha affidato a un’intervista al quotidiano britannico Telegraph i suoi pensieri riguardo alla zona-euro e alla crisi greca. Secondo Belka, non è “sicuro” per il suo Paese adottare la moneta unica in questo momento, e non lo sarà finché l’Eurozona non risolverà i suoi problemi “con alcuni dei suoi membri”. La voce del governatore si aggiunge così a quella del presidente della Repubblica Ceca, Milos Zeman, che qualche giorno fa aveva dichiarato che il suo Paese non entrerà nell’Eurozona “finché la Grecia non si farà da parte”.
“Fino a quando la zona euro avrà dei problemi con alcuni dei suoi membri – ha detto Belka – non aspettatevi che noi saremo entusiasti di entrarci”. “Credo che l’Eurozona abbia bisogno dell’unione fiscale per sopravvivere (come torna a chiedere oggi il ministro dell’Economia italiano Pier Carlo Padan, ndr) – ha aggiunto – l’unico problema è che più gli Stati membri sono divergenti, più è difficile politicamente ed economicamente costruire questa unione”. E riguardo a quanto ci vorrà per risolvere i problemi della moneta unica, il governatore risponde che “non abbiamo il tempo di aspettare una generazione, ma ci vorrà un po’ di tempo”.
Secondo una recente indagine Eurobarometro, la Polonia e la Repubblica Ceca, insieme alla Svezia, sono gli Stati membri dell’Unione ancora fuori dalla moneta unica dove l’idea di entrare nell’euro ha meno attrattiva fra i cittadini. Il problema è che, secondo i trattati Ue, i Paesi dovrebbero agire in modo da preparare le proprie economie all’adozione dell’euro, perché questa è la moneta ufficiale dell’Unione. Uniche eccezioni giustificate sono il Regno Unito e la Danimarca, che dispongono di un opt-out (una rinuncia) all’euro. La crisi greca, però, sta avendo come conseguenza indesiderata quella d’ingrossare le file dei Paesi che si dichiarano apertamente ostili alla moneta unica, lasciando intendere che le tanto rigide regole europee non siano poi così rigide come molti pensano.
La presunte inflessibilità dei trattati è un argomento spinoso e ieri è stato al centro di un editoriale di uno degli economisti di punta del Financial Times, Wolfgang Munchau, che ha criticato il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble. Il motivo sono le numerose dichiarazioni del ministro riguardo al fatto che il fallimento di un Paese all’interno dell’Eurozona sarebbe contro le regole. In realtà, scrive Munchau, “la legge europea sull’unione monetaria è internamente inconsistente e quindi apre a diverse interpretazioni. Non autorizza un’uscita, né un fallimento o un piano di salvataggio, e non ha nemmeno una procedura chiara in caso di crisi finanziarie”. “Ciò che sta accadendo – conclude l’editorialista – è che la Germania non vuole concedere una ristrutturazione del debito greco per ragioni politiche, e sta usando la legge europea come pretesto. Il fatto è che stanno truccando le regole strada facendo per fare in modo che queste incontrino i loro obiettivi politici”.