Bruxelles – Il meccanismo decisionale che governa la zona euro “non funziona bene”, perché è basato “su un principio intergovernativo che non è più appropriato”, e per questo va urgentemente riformato, creando un “ministero delle Finanze della zona euro”. Ne è convinto Benoît Cœuré, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea, che si unisce al coro di quelli che, come il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, chiedono una nuova governance per la zona della moneta unica. In un’intervista al quotidiano francese Le Monde, Cœuré ha affermato che il problema principale è che, in casi come quello ad esempio del prestito alla Grecia, “ognuno ha pensato all’opinione pubblica del proprio Paese, e solo al proprio Paese”, e comportandosi in questo modo “è difficile che i compromessi che si raggiungono siano i migliori per la zona euro nel suo insieme”. Non solo, per l’economista francese, questo metodo comporta “negoziati senza fine che non fanno altro che aumentare l’incertezza”. E la sua conclusione è che “c’è un urgente bisogno di abbandonare questo processo intergovernativo in favore di un processo decisionale comune basato su voti e legittimità democratica”. Secondo Cœuré bisogna capire che “questo non diminuirà la sovranità degli Stati”, ma anzi al contrario “assicurerà più spazio per la dimensione politica assicurando la condivisione delle responsabilità che aumenterà la fiducia reciproca”.
E la riforma va fatta in fretta perché “se questa questione non verrà affrontata, a partire da oggi, l’unione monetaria continuerà a dover affrontare ancora e ancora lo stesso tipo di crisi”, mentre invece “se gli strumenti fiscali europei venissero discussi all’interno di un ‘ministero delle finanze’ per l’area euro, sotto l’occhio vigile del Parlamento europeo, il dibattito politico potrebbe ritrovare il suo peso”, e “riacquistare di nuovo senso agli occhi degli europei”.