Bruxelles – Dopo decenni di battaglie per abolirle, ora che sono scomparse gli allevatori protestano per reintrodurle. Le “quote latte” sono forse uno degli argomenti che, in Italia e non solo, hanno scatenato i più feroci dibattiti contro le politiche dell’Unione europea. Fin dal momento in cui furono create, nel 1984, per evitare un crollo dei prezzi dovuto alla sovrapproduzione di latte in Europa, le quote non sono state viste di buon occhio dagli allevatori. Dal primo aprile di quest’anno, però, le quote non esistono più e il settore agricolo è sprofondato in una crisi che negli ultimi giorni ha spinto i produttori francesi a scendere in strada per manifestare la propria rabbia. E per affrontare la situazione, la presidenza di turno lussemburghese ha convocato per il 7 settembre un Consiglio straordinario dei ministri dell’Agricoltura.
Nel 2014 il prezzo del latte sul mercato mondiale ha raggiunto i 36,2 centesimi al litro e gli allevatori, preparandosi alla scomparsa delle quote, cominciarono ad aumentare la propria produzione. Ciò che non potevano prevedere, però, fu il brusco calo della domanda da parte della Cina e l’embargo russo sui prodotti agroalimentari da inizio agosto 2014. Il risultato è stata la saturazione del mercato europeo.
Nei mesi scorsi, il commissario europeo all’Agricoltura, Phil Hogan, aveva dichiarato che “la fine dell’era delle quote latte” rappresentava “l’apertura di un nuovo capitolo, di una nuova era, senza vincoli di produzione”. Secondo la Commissione, la domanda globale di latte aumenterà del 2,1% l’anno e la fine delle quote latte “permetterà a tutti i produttori europei di beneficiare di questa crescita”. Il settore lattiero-caseario sta “vivendo un passaggio delicato ma noi ci stiamo con la testa e sosteniamo il mondo degli allevatori” aveva detto il ministro italiano delle Politiche agricole, Maurizio Martina.
Ma dal primo aprile a oggi il prezzo del latte in Francia è crollato a 30 centesimi al litro e nei giorni scorsi i trattori hanno praticamente paralizzato il Paese. Gli allevatori protestano contro il calo dei prezzi al litro dettato dalle grandi catene di distribuzione e il Governo ha risposto mettendo sul piatto un piano da 600 milioni di euro. Non abbastanza, secondo i produttori, che hanno mantenuto sotto pressione il ministro dell’Agricoltura Stéphane Le Foll e l’hanno spinta a fissare un prezzo minimo al litro (che dovrebbe restare in vigore fino alla fine dell’anno) e a chiamare i colleghi europei, compreso il ministro Martina, per chiedere la convocazione di un vertice Ue straordinario. Richiesta accordata dalla presidenza lussemburghese, che parla di “crisi economica che colpisce attualmente i settori caseario e dell’allevamento”. La guerra sulle quote continua, anche dopo la loro abolizione.