Bruxelles – Alexis Tsipras? Un premier “a digiuno di economia monetaria e con una strategia politica improvvisata” che non poteva “difendere gli interessi del popolo greco peggio di come ha fatto” visto che “ha finito per consegnare il suo Paese, vassallo, nelle mani della Germania”. Sono parole al vetriolo quelle che Beppe Grillo riserva al capo del governo greco dopo l’accordo raggiunto all’Eurosummit per il terzo programma di salvataggio ellenico. Massima colpa di Tsipras, secondo il lungo post che il leader del Movimento 5 Stelle ha pubblicato sul suo blog, quella di avere trasformato, a causa di “una profonda miopia economica unita ad una opaca strategia politica” il consenso elettorale “enorme” che lo aveva portato al governo a gennaio, “nella vittoria dei Paesi creditori suoi avversari solo sei mesi dopo, nonostante un referendum vinto nel mezzo”.
Secondo Grillo la “condanna a morte” di Tsipras è stato “rifiutare a priori l’Euroexit” e “pensare di opporsi all’euro solo dall’interno presentandosi senza un esplicito piano B di uscita”, scelta che “ha finito per privare la Grecia di ogni potere negoziale al tavolo”. Era quindi “chiaro sin dall’inizio che Tsipras si sarebbe schiantato anche se Varoufakis qualche volta ha provato a reagire”, critica Grillo che pure, con una folta delegazione del Movimento 5 Stelle, si era recato ad Atene nei giorni del referendum per sostenere la scelta del governo.
Per il leader del Movimento 5 Stelle, Tsipras si è reso protagonista di una “catastrofe politica che è davanti agli occhi di tutti” con tanto di ritorno di un “nazismo esplicito da parte di chi ha ridotto la periferia d’Europa a suo protettorato attraverso il debito” e di “esproprio del patrimonio nazionale” voluto da “Adolf Schaeuble”. Ma quella greca, continua, è solo l’ultima tappa di una serie di decisioni “via via più invasive della democrazia” che hanno toccato prima Irlanda, Spagna e Portogallo, poi Cipro e infine Atene. Ma,secondo Grillo, “è l’Italia il destinatario finale di questi precedenti seminati lungo il percorso dell’euro debito in nome della presunta irreversibilità dell’Euro”.
Per questo “se non vogliamo farci trovare pronti quando arriverà il nostro turno di debitori” dovremmo, secondo Grillo, imparare dalla lezione greca. In particolare, dovremmo capire che “un piano B di uscita è essenziale per l’Italia, chiunque sia al governo” e “non contare sugli altri perché quando arriverà il momento saremo soli, come è successo a Tsipras che ha sbagliato i suoi conti sperando di trovare sostegno strada facendo dai cugini periferici che invece si nascondevano nell’ombra del ‘questa volta non tocca a noi’”.
Grillo torna anche ad insistere sul referendum proposto dai Cinque Stelle per l’uscita dall’euro che “potrà spiazzare l’avversario e dare legittimità democratica all’Euroexit” e suggerisce di “usare il nostro enorme debito come una minaccia” visto che, a suo parere, “è un vantaggio che ci consente di attaccare al tavolo di ogni negoziazione futura”. Occorre poi, secondo la ricetta grillina, “rafforzare le banche” perché “la minaccia di fallimento delle banche e la chiusura dei rubinetti della liquidità è ciò che alla fine ha fatto capitolare Tsipras”. Ma “ogni piano B”, secondo Grillo, dovrà innanzitutto, “prevedere l’introduzione di una moneta parallela che all’evenienza potrà essere adottata per avviare il processo di uscita in maniera soft”. Per il leader Cinque Stelle è impossibile avere dubbi: “L’Euro non si può riformare dal suo interno e va invece combattuto dall’esterno, abbandonando questa camicia di forza antidemocratica”.