Bruxelles – È una Grecia diversa quella che oggi (lunedì) si appresta a cominciare la settimana. In appena tre giorni molte cose sono cambiate, a partire dal governo. Sabato, il primo ministro Alexis Tsipras ha realizzato quel rimpasto diventato ormai inevitabile e ha sostituito dieci membri dell’esecutivo. Si tratta degli esponenti dell’ala più radicale di Syriza, quella che mercoledì scorso aveva votato contro il piano di salvataggio concordato fra Tsipras e i creditori di Atene. Il principale cambiamento ha avuto come teatro il Ministero dell’Energia, dove Panagiotis Lafazanis, guida della corrente dei ribelli, è stato sostituito da Panos Skourletis, finora ministro del Lavoro e fra i più fedeli alleati del premier. Nuovo ministro del Lavoro è diventato quindi Georgios Katrougalos, finora titolare delle Riforme. Altra sostituzione di peso è stata quella del viceministro delle Finanze, Nadia Valavani, che si era dimessa prima del voto parlamentare per manifestare il proprio disaccordo con la linea del governo. Al suo posto è arrivato Tryfon Alexiadis, esponente di spicco del mondo sindacale dei revisori contabili, che ora avrà il compito di lavorare in tandem con Euclide Tsakalotos, diventato titolare del dicastero delle Finanze dopo l’uscita di scena di Yanis Varoufakis.
Ad aver lasciato il suo ufficio è stato anche il viceministro della Difesa, Costas Isichos, contrario al piano di aiuti, sostituito dal professore universitario Christoforos Vernadakis, considerato vicino al premier. Caduta anche la testa del portavoce del Governo, Gavriel Sakellarides, che è stato rimpiazzato dalla parlamentare di Syriza Olga Gerovasilli. A guadagnare qualche posizione, però, non sono stati solo i membri più moderati del partito del premier, ma anche i suoi alleati di governo Greci indipendenti – Anel. La piccola formazione di destra, che ha già il Ministero della Difesa, ha piazzato una bandierina anche al dicastero della Sicurezza sociale, dove il viceministro di Syriza, Dimistris Stratoulis, è stato sostituito dall’esponente di Anel Pavlos Haikalis.
È una Grecia diversa quella che si appresta a cominciare la settimana, ma non solo dal punto di vista politico. Come preannunciato durante il fine settimana dal premier ellenico, dalle 8 del mattino le banche hanno regolarmente riaperto i loro uffici al pubblico. Erano chiuse dal 27 giugno. Restano tuttavia in vigore alcune restrizioni, come il divieto di trasferimento di capitali all’estero e i limiti ai prelievi che saranno di 420 euro a settimana, invece dei precedenti 60 euro al giorno, un po’ più comodo. Ma oggi è anche il primo giorno d’entrata in vigore dell’incremento dell’Iva dal 13% al 23% su diversi prodotti, come il cibo e trasporto pubblico, così come previsto dal pacchetto di riforme approvato dal Parlamento ellenico.
Un sospiro di sollievo arriva però dal fronte del debito. La Commissione ha confermato che è sono già arrivati ad Atene i 7,16 miliardi del prestito-ponte concordato venerdì scorso, soldi già trasferiti dal governo ellenico nelle casse di Bce, Fmi e Banca centrale greca, ai quali doveva rimborsare circa 6,8 miliardi di euro.