Roma – “Se le riforme vanno avanti saremo in condizione di abbassare di 50 miliardi in 5 anni le tasse agli italiani”. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha lanciato ieri, in una intervista al Tg2, questo annuncio choc. “È un patto che propongo” ai cittadini, ha proseguito il premier, aggiungendo che il governo sta lavorando all’ipotesi da almeno sei mesi.
Se venisse realizzato, il piano costituirebbe una riduzione dell’imposizione fiscale di proporzioni ragguardevoli. Tanto da aprire un più che lecito interrogativo su come sia possibile portarlo avanti senza violare i vincoli di bilancio imposti dall’Ue. Ma il capo del governo assicura che “le condizioni ci sono” pur “continuando ad abbassare il debito” pubblico, “a condizione che il Parlamento continui a lavorare con intensità”.
Dunque è sulle riforme che Renzi punta. Sa che per realizzare l’impegno promesso è necessaria flessibilità nella valutazione dei conti dello Stato da parte di Bruxelles, dove per il premier bisognerà “essere decisi” nelle richieste, che “è assolutamente possibile” vengano accolte a fronte di risultati concreti sul percorso delle riforme, sul quale il capo dell’esecutivo è apparso molto fiducioso.
Un altro versante su cui si dovrà lavorare è quello della razionalizzazione della spesa pubblica. Vale tanto per le risorse nazionali – Renzi ha indicato che eliminerà “da settembre molti carrozzoni pubblici, perché c’è ancora lo spazio per fare la revisione della spesa” – quanto per i fondi europei che, “soprattutto al Sud, non riusciamo ancora a spendere bene” e per questo veniamo rimproverati dall’Europa. “Noi sappiamo che in Ue siamo tra i più bravi, visto che il Regno Unito ha il debito al 5%” del Pil, “la Francia al 4% e l’Italia sta sotto il 3%”, ha precisato il premier, aggiungendo che “noi facciamo la nostra parte, ma dobbiamo spendere meglio i soldi che ci sono”.
Alle opposizioni che manifestano scetticismo e bollano come ‘annuncite’ la promessa del taglio di tasse, Renzi ha risposto ricordando il bonus da 80 euro per i lavoratori al di sotto di 1.400 euro di retribuzione e il taglio dell’Irap. Se il programma verrà mantenuto, l’inquilino di Palazzo Chigi ha ssicurato che dal 2016 verranno completamente abbattute Imu e Tasi sulla prima casa, nel 2017 ci sarò una consistente riduzione dell’Ires, a vantaggio delle imprese, e nel 2018 toccherà all’Irpef e alle pensioni.