Bruxelles – Non solo sicurezza e investimenti, il sostegno dell’Ue alla Tunisia passa anche dall’olio d’oliva. Dopo gli attacchi terroristici al museo Bardo e alla spiaggia di Sousse, la cooperazione fra lo Stato nordafricano e l’Unione europea si è fatta ancora più stretta. La lotta al fanatismo islamico è diventata una priorità per entrambe le sponde del Mediterraneo, per questo il Consiglio degli Esteri Ue ha deciso d’invitare alla riunione odierna il primo ministro tunisino, Habib Essid. L’incontro è durato più di due ore ed è servito a ribadire “la forte volontà politica dell’Europa a sostenere la Tunisia nei suoi sforzi per una transizione democratica”, ha sottolineato l’Alto rappresentante per gli Affari esteri Ue, Federica Mogherini.
Per sostenere il Paese nordafricano è necessario quindi un supporto che investa tutti i settori su cui si basa la sua economia, come l’agricoltura, che possano in qualche misura tamponare le perdite causate al turismo dagli attentati. “Insieme al primo ministro Essid abbiamo deciso di proporre un aumento eccezionale ma sostanziale delle quote annuali di esportazione d’olio d’oliva tunisino in Europa” ha spiegato Mogherini. La proposta è già sul tavolo, ma non tutti nell’Ue sembrano averla accolta allo stesso modo. La Francia, in particolare, sarebbe piuttosto restia a far arrivare sul mercato europeo prodotti in diretta concorrenza con i suoi. E anche l’Italia sembra non esserne entusiasta. “Noi dobbiamo adottare un criterio di ragionevolezza – commentato il Ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni – si possono pensare misure temporanee, ma è chiaro che queste non devono danneggiare l’economia agricola”.
Il primo ministro tunisino considera la questione già conclusa. “Dobbiamo ora metterci d’accordo sulle quote dei prossimi due anni – ha spiegato – ma sappiamo già che verranno riviste al rialzo e la cifra definitiva verrà decisa nelle prossime settimane”. Nei mesi scorsi la Commissione aveva deciso di eliminare la soglia mensile di esportazione del Paese nordafricano, “ed è grazie a questa misura che la Tunisia quest’anno ha potuto esportare per più di 1,5 miliardi di dinari (circa 700 milioni di euro, ndr), alleggerendo così i danni subiti dal settore turistico”, ha specificato Essid. Davanti alla domanda di Eunews di fornire maggiori dettagli sulla questione, il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, ha invece preferito glissare lasciando intendere che, in effetti, qualche tensione fra gli Stati membri si è creata. “Non basta dire a parole che siamo alleati, amici e fratelli della Tunisia, ma bisogna dimostrarlo con i fatti. Ed è quello che faremo”, ha risposto il presidente. Delle decisioni sull’olio d’oliva, però, non c’è traccia nel documento conclusivo del Consiglio a proposito della Tunisia.
Sicurezza e cultura sono gli altri due ambiti sui quali si è basata la visita in Europa del primo ministro tunisino. Gli attacchi terroristici hanno messo in ginocchio il settore del turismo, che in Tunisia impiega più di 400 mila persone in maniera diretta e un milione in maniera indiretta. L’Ue ha quindi deciso di fare in modo che già nei prossimi mesi siano messi a disposizione dello Stato nordafricano i 23 milioni di euro che avrebbe invece dovuto ricevere nel 2016 per il settore della sicurezza interna e delle frontiere. Per quanto riguarda la cultura e la ricerca, si sta pensando di aumentare il numero di studenti tunisini (per ora sono 500) ai quali è data la possibilità di partecipare al programma Erasmus, mentre è di due giorni fa la decisione di far partecipare la Tunisia allo strumento europeo di finanziamento alla ricerca Horizon 2020. Al Paese verrà chiesto di contribuire solo per il 5% delle spese, così com’è stato chiesto anche all’Ucraina, mentre la somma restante sarà a carico dell’Ue. Il 13 ottobre cominceranno poi i negoziati per la firma di un trattato di libero scambio e di libera circolazione delle persone fra l’Unione e la Tunisia, in modo da rendere la cooperazione fra le due sponde del Mediterraneo ancora più stretta.
“L’Italia è uno dei Paesi più impegnati nel sostenere economicamente la Tunisia e mantenere la sicurezza delle sue frontiere – ha specificato il ministro Gentiloni – la frontiera fra la Libia e la Tunisia è uno dei punti più delicati e sensibili della regione, su cui il Paese merita tutto il sostegno dei Paesi Ue”. L’Italia sta lavorando “su diversi fronti” ha continuato Gentiloni: “Sul piano economico-finanziario ci sono crediti a dono per 16 milioni, crediti di aiuto per 50 milioni e una conversione del debito che decidemmo dopo l’attentato del Bardo che vale 25 milioni. Mischiando mele con pere si arriva a 91 milioni in forma diversa. Inoltre, è stata firmata recentemente un’intesa tra le due casse di depositi e prestiti con un la creazione di un fondo di sostegno alle piccole e medie imprese”.