Bruxelles – La disponibilità dei Paesi europei ad accogliere 40 mila rifugiati che ora sono ospitati in Italia e Grecia non c’è. I ministri degli Interni dei Ventotto hanno dovuto prenderne atto ed ammettere che anche il piccolo gesto di solidarietà immaginato per dimostrare la solidarietà europea nei confronti dei due Paesi più sottoposti al flusso di migranti in fuga dalla Libia è impossibile da compiere. Finora si è riusciti ad arrivare a una disponibilità ad accogliere in tutto 32.256 profughi da Italia e Grecia: non molto al di sotto del risultato, è vero, ma il segnale resta comunque chiaro. Di 40 mila si tornerà a parlare a dicembre, e nel frattempo i trasferimenti potranno comunque cominciare, elemento che fa dire al ministro Alfano che il risultato non è comunque così negativo.
I ministri dell’Interno ci avevano già provato una decina di giorni fa a Lussemburgo a decidere quanti migranti deve prendere ogni Paese ma il nodo si era rivelato tutt’altro che semplice da sciogliere e così si era deciso di convocare per oggi un altro appuntamento che doveva essere risolutivo. Ma così non è stato. Fin dalla scorsa riunione si erasuperata la disponibiltà ad accogliere 20 mila migranti da Paesi extra Ue. Oggi la presidenza lussemburghese che gestisce i negoziati ha lavorato per spostare questa “eccedenza” sui trasferimenti da Italia e Grecia e vi è in parte riuscita. Grazie a questo lavoro e a qualche aumento dell’ultim’ora si è arrivati faticosamente a poco più di 32mila migranti che, a partire da ottobre, saranno trasferiti da Italia e Grecia e a 22.504 profughi chiarameti bisognosi di protezione internazionale che saranno accolti da Paesi terzi.
A creare molte difficoltà le posizioni di diversi Paesi contrari al sistema delle quote, seppure non più obbligatorie. La Spagna ad esempio insiste perché sia riconosciuto il lavoro che il Paese ha fatto fino a questo momento: “Siamo di fronte ad un dramma umanitario nel Mediterraneo centrale che ci commuove tutti ma se non c’è un dramma anche nel Mediterraneo occidentale è perché la Spagna sta facendo il suo dovere con solidarietà e responsabilità”, ha sottolineando il ministro dell’Interno spagnolo, Fernandez Diaz, secondo cui lo sforzo spagnolo deve essere “adeguatamente pesato e valorizzato”. Per questo Madrid fino ad oggi non aveva presentato cifre mentre oggi ha proposto 1.300 ricollocamenti contro i 4.288 proposti dalla Commissione. “Noi siamo molto critici con il programma di ricollocamento perché avrà un effetto chiamata”, non nasconde il ministro, secondo cui il Paese “negli ultimi cinque anni ha evitato che entrassero in Europa 10 mila migranti irregolari e questo va tenuto in conto” quando si parla di cifre.
Radicalmente contraria anche l’Austria che ritiene di essere sottoposta ad una pressione migratoria più forte di quella che stanno subendo Italia e Grecia a cui nessuno chiede di accogliere altri rifugiati e a cui anzi ne vengono tolti. Per questo Vienna ha dichiarato che accoglierà in tutto 400 rifugiati da Paesi terzi (oltre a 1.500 siriani di un programma già avviato) ma di ricollocamenti non ne vuole sapere, la cifra presentata è zero. Siamo pronti ad accogliere solo migranti da Paesi più colpiti dell’Austria, spiega il governo austriaco (ricordando che Vienna ha ricevuto 60 mila richieste di asilo da inizio anno) e soltanto se questi Paesi garantiranno registrazione e presa di impronte digitali dei migranti. Anche l’Ungheria non presenta disponibiltà ad accogliere alcun migrante ma questo si sapeva ed è una “situazione specifica” tollerata dagli altri Stati, visto il grande afflusso di richiedenti asilo in arrivo lungo la rotta dei Balcani.
Anche la Polonia frena e si è detta pronta ad accogliere 1.100 migranti da Italia e Grecia contro i 2.500 circa proposti dalla Commissione: in tutto, con anche i reinsediamenti, Varsavia arriva a duemila mentre l’esecutivo comunitario aveva pensato per il Paese all’accoglienza di 3.600 persone. Idem per altri Paesi dell’Est: l’Estonia vuole prendere appena 130 profughi contro i 738 delle prime stime dell’esecutivo comunitario, la Slovacchia 100 su 633. la Lituania 255 su 503. A fare la parte del leone, invece, è la Germania che si dice pronta ad accogliere da sola 10.500 persone da Italia e Grecia, oltre a 1.600 da Paesi terzi. In assoluto la cifra più alta seguita da quella della Francia che, seguendo le indicazioni della Commissione, accoglierà 6.752 trasferimenti da Italia e Grecia e 2.175 da Paesi extra Ue.
Per arrivare al risultato sarebbe bastato davvero poco: spostando l’eccedenza sui reinsediamenti che ancora esiste (2.504 persone) sui ricollocamenti, rimanevano all’incirca cinquemila persone ancora da sistemare: una cifra tutt’altro che elevata, soprattutto se spalmata sull’insieme dei Paesi. Ma è mancata la volontà politica di raggiungere il risultato, un dato che deve preoccupare non poco per il futuro, soprattutto per quando, come annunciato, la Commissione politica presenterà un meccanismo per la redistribuzione non più su base emergenziale ma su base permanente.