Bruxelles – La direttiva europea risale all’aprile dello scorso anno e ora è giunto il momento di tradurla in legge. Per rendere ancora più serrata la lotta al contrabbando di sigarette, nei prossimi mesi il governo, in base ad una legge delega, dovrà varare un sistema di tracciabilità completamente digitale da applicare a tutti i prodotti contenenti tabacco. Lo scopo è quello di dare la possibilità a chiunque di accedere a tutte le informazioni relative al prodotto acquistato (Paese di provenienza, stabilimento di produzione, Paese di destinazione, …) semplicemente leggendo una targhetta identificativa con il proprio smartphone. Il governo si troverà quindi davanti a una scelta fra due sistemi (gli unici esistenti) molto diversi fra loro. Si tratta di una decisione non di poco conto, visto che la tecnologia che verrà selezionata dovrà poi diventare uno standard al quale dovranno adattarsi tutte le società che commerciano sigarette o altri prodotti contenenti tabacco.
Uno dei due sistemi candidati si chiama Codentify ed è frutto della collaborazione fra le quattro principali grandi aziende del tabacco. In linea con la direttiva europea, il suo controllo è stato affidato a un organo esterno e indipendente, cioè l’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, e in Italia è già usato in via sperimentale da Philip Morris. Il secondo sistema, invece, è stato ideato dalla società svizzera Sicpa e si basa su tasselli fiscali speciali certificati da etichette realizzate con un particolare tipo d’inchiostro. Fin qui nulla di particolare da segnalare, visto che si tratta di una scelta strategica fra due diverse tecnologie probabilmente ugualmente valide.
Il problema è che nei giorni scorsi la società Sicpa è finita sulle prime pagine di tutti i giornali brasiliani e internazionali perché coinvolta in un gigantesco giro di corruzione da 30 milioni di euro (100 milioni di reais). Secondo la polizia carioca, delle maxi tangenti sarebbero state versate nelle tasche dei funzionari dell’Agenzia federale delle Entrate e della Zecca di Stato per assicurare alla Sicpa la vincita di un contratto da diversi miliardi di euro per il monitoraggio fiscale delle aziende produttrici di bevande rinfrescanti.
Se si considera che in Italia è lo Stato a incassare gran parte (76%) dei proventi derivanti dalla vendita dei pacchetti di sigarette, è evidente l’interesse del Parlamento nel fare una scelta strategica per contrastare il contrabbando dei prodotti contenenti tabacco. Scelta che, nei prossimi mesi, saranno chiamati a fare anche gli altri Stati membri dell’Unione europea. La svizzera Sicpa era stata anche al centro di un’inchiesta giornalistica legata a presunti conflitti d’interesse fra la Commissione e la società stessa, e ora lo scandalo brasiliano, se confermato dalla magistratura, rischia di averne compromesso l’immagine.