Bruxelles – Dopo anni di trattative e un’ultima maratona negoziale di 16 giorni è ufficiale: l’accordo sul programma nucleare iraniano c’è. Teheran e il Gruppo 5+1 (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Russia, Cina e Germania) hanno superato le ultime differenze e hanno raggiunto un’intesa che in molti definiscono “storica”. L’Iran si impegna ad adempiere ad una serie di impegni per creare fiducia sulla natura pacifica del suo programma nucleare e in cambio le sanzioni internazionali contro il Paese saranno cancellate. Al centro dell’accordo l’impegno di Teheran a non produrre materiale sufficiente per la costruzione di un’arma atomica per almeno 10 anni. In caso di violazioni da parte di Teheran, le sanzioni contro l’Iran verrebbero reintrodotte entro 65 giorni. L’accordo prevede anche un compromesso sulla possibilità che ispettori Onu visitino anche i siti militari iraniani, un punto sensibile che l’attuale Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, ha più volte chiesto siano giustificate da adeguati elementi di prova. Teheran ha ottenuto che sia creato un tavolo arbitrale per le visite ai siti militari eventualmente richieste dall’ Aiea (l’Agenzia internazionale per l’energia atomica) che sarebbe composto dallo stesso Iran con i 5+1. L’accordo prevede comunque che sia mantenuto l’embargo Onu sulle armi a Teheran per altri cinque anni, mentre le restrizioni all’Iran di tecnologia legata ai missili balistici potrebbe durare fino a otto anni.
“Tutti sappiamo che la decisione che prendiamo oggi non è solo sul programma nucleare iraniano ma è molto molto più di questo”, ha sottolineato in apertura della plenaria che ha ufficializzato l’accordo, l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Federica Mogherini: “È una decisione – ha aggiunto – che può aprire la strada ad un nuovo capitolo nelle relazioni internazionali e mostrare che la diplomazia, la coordinazione e la cooperazione possono superare decenni di tensioni e scontri”. Per Mogherini l’intesa è “un segno di speranza per il mondo intero”.
“Una soluzione con cui vincono tutti”, l’ha definita anche il ministro degli Esteri di Teheran, Mohammad Javad Zarif secondo cui ora si apre “una nuova era di speranza”. “Con la soluzione di questa crisi non necessaria, emergono nuovi orizzonti con l’attenzione concentrata sulle sfide condivise”, scrive su Twitter il presidente iraniano Hassan Rohani
“Questo accordo apre nuove positive opportunità per il popolo iraniano e per la regione, delineando un percorso di normalizzazione dei rapporti con la Comunità internazionale, che potrà avere i suoi effetti anche sulla ripresa regolare delle relazioni economiche e commerciali con la Repubblica Islamica dell’Iran”, ha fatto notare il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni. “Sono convinto – ha aggiunto il titolare della Farnesina – che da questo accordo potranno derivare effetti positivi a livello globale e nella regione, sia per l’evoluzione dei diversi teatri di crisi sia per fare fronte alla minaccia comune rappresentata dall’estremismo violento e dal terrorismo”.
“Se pienamente implementato, l’accordo può essere un punto di svolta nelle relazioni tra l’Iran e la comunità internazionale, spianando la strada a nuove vie di cooperazione tra l’Ue e l’Iran”, fa notare il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.
Di tutt’altro tenore le reazioni di Israele che reagisce duramente all’annuncio dell’accordo: “Un errore grave di portata storica”, tuona il premier israeliano Benyamin Netanyahu, mentre il viceministro degli Esteri del Paese, Tzipi Hotovely, parla di “resa storica da parte dell’Occidente verso l’Asse del Male con l’Iran in testa” e annuncia che “lo Stato di Israele agirà con tutti i mezzi per tentare di impedire la ratifica dell’accordo”. Per Israele, “le implicazioni dell’accordo nell’immediato futuro sono molto gravi” perché in questo modo “l’Iran continuerà a diffondere la metastasi delle sue cellule terroristiche in tutte le direzioni, continuerà a infiammare il Medio Oriente e, quel che è ancora peggio, farà un gran passo per diventare uno stato sulla soglia del nucleare”.