Roma – “Con l’approvazione dei 5 programmi operativi firmati oggi è stato fatto un ulteriore passo in avanti, così arriviamo all’80% di programmi già definiti” per il ciclo 20014-2020 dei fondi strutturali europei. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, ha espresso così la propria soddisfazione per il via libera della Commissione a due piani nazionali (Pon) e tre regionali (Por), per un totale di quasi 3,5 miliardi di euro. Si tratta del Pon ‘Ricerca e Innovazione’, al quale sono assegnati circa 1,3 miliardi, e del Pon ‘Città metropolitane’, al quale andranno 892 milioni. A questi si aggiungono i Por della Sardegna (930 milioni), del Friuli Venezia Giulia (230 milioni) e del Molise (153 milioni).
La tabella di marcia per il resto dei programmi da approvare – sono ancora dieci a fronte dei 40 già adottati – si concluderà entro fine luglio o inizio agosto “grazie a un intenso piano di lavoro già concordato con la Commissione”, ha dichiarato De Vincenti nella conferenza stampa congiunta con il commissario per le Politiche regionali Corina Cretu. Anzi, non si concluderà proprio del tutto, perché ci sono due regioni in ritardo: la Calabria e la Campania. Se per la prima non dovrebbero esserci problemi ad arrivare all’approvazione del programma regionale entro metà settembre, per la seconda la situazione è più complessa.
È la stessa Cretu a rivelare che “la Commissione è preoccupata per il programma della Campania”, tanto da ritenere che lì “ci sia bisogno di assistenza a livello nazionale da Roma”. De Vincenti indica in fine settembre la data in cui presumibilmente anche quest’ultima regione potrebbe vedere approvato il proprio piano per l’impiego dei fondi strutturali europei. Possibilità non esclusa da Cretu, la quale però invita l’esecutivo a pensare all’ipotesi che “l’Agenzia per la coesione territoriale prenda in mano il negoziato” sul programma campano. O meglio, “faccia partire il negoziato – precisa Cretu – perché questo è il problema: non abbiamo ancora iniziato con la Campania”.
Partire con ritardo già nella fase di programmazione potrebbe rivelarsi un fardello pesante nel momento in cui stringeranno i tempi per riuscire a spendere tutte le risorse assegnate (vedi la corsa contro il tempo per riuscire a completare la spesa dei fondi 2007-2013). Ma da questo punto di vista, per il ciclo 2014-2020 le cose dovrebbero andare meglio grazie al “rafforzamento della capacità amministrativa”, ha indicato il sottosegretario.
Il governo sta costituendo una “cabina di regia – ha spiegato De Vincenti – alla quale partecipano, oltre ai ministeri competenti per la programmazione, anche le Regioni”. L’organismo gestirà insieme “i fondi strutturali europei e il Fondo di sviluppo e coesione” – dove sono confluite le risorse recuperate dalla riduzione della quota di cofinanziamento, passata dal 50% al 25% per la maggior parte delle Regioni – ha proseguito De Vincenti.
“Il rafforzamento della capacità amministrativa è perfino più importante dei soldi” assegnati ai programmi operativi, ha sottolineato dal canto suo Cretu, aggiungendo un apprezzamento per il lavoro dell’esecutivo italiano in questo ambito. Uno sforzo che “mi dà ragioni per essere ottimista” sul pieno utilizzo dei fondi europei da parte dell’Italia, ha chiosato il commissario.