Bruxelles – Il nuovo programma di assistenza alla Grecia varrà un prestito dagli 82 agli 86 miliardi dal Fondo Salva-Stati (Esm), ma a condizioni molto dure per Atene che sarà in pratica commissariata per assicurare la realizzazione delle riforme richieste. Alexis Tsipras è riuscito solo a salvare alcuni provvedimenti, come la legge per contrastare l’emergenza umanitaria, nonché a portare a casa le richieste aperture su una possibile ristrutturazione del debito, che però verrà discussa solo quando il programma comincerà ad essere implementato.
Guardiamo i punti principali dell’accordo (qui il testo completo).
IMPEGNI PRECISI E IMMEDIATI
Il testo afferma che “è necessario ricostruire la fiducia con le autorità greche come prerequisito necessario” all’avvio del programma. Atene si impegna a legiferare entro il 15 luglio una prima serie di misure che includono: gli aumenti dell’Iva e l’ampliamento della base imponibile per il sistema di tassazione, misure per migliorare la sostenibilità a lungo termine del sistema pensionistico, la salvaguardia della totale indipendenza legale dell’Elstat (l’Istat greco), la piena implementazione delle disposizioni rilevanti del Trattato di Stabilità. Posticipate al 22 luglio la trasposizione della Bank Recovery and Resolution Directive (Brrd), la direttiva Ue per la salvaguardia delle banche, e l’adozione di un codice di procedura civile.
IL VIA AL PIANO DOPO L’APPROVAZIONE DEI PARLAMENTI
Perché il programma parta è necessario in primo luogo che il Parlamento greco approvi quanto previsto entro il 15 luglio. Dopo (o contemporaneamente mercoledì, al momento non è chiarissimo) l’Eurogruppo darà il suo via libera tecnico al quale seguirà il voto di approvazione necessario in almeno sei Parlamenti nazionali, tra i quali quello tedesco.
MERCATO DEL LAVORO
Nel testo si parla di una “rigorosa revisione e modernizzazione della contrattazione collettiva, dell’azione industriale e, in linea con le rilevanti direttive Ue e le best practice europee, della legislazione sui licenziamenti collettivi”.
PRIVATIZZAZIONI
L’accordo prevede di “sviluppare un incisivo programma di privatizzazioni con una governance migliorata”, e per farlo verrà costituito un fondo, “istituito in Grecia e gestito dalle autorità greche sotto la supervisione di rilevanti istituzioni europee”, che avrà lo scopo di “monetizzare”, asset nazionali “attraverso privatizzazioni e altre misure”, come ad esempio risparmi nella spesa pubblica, che dovrà essere utilizzato per ripagare il futuro prestito dell’Esm “e generare introiti con l’obiettivo di 50 miliardi”, di cui in primis “25 dovranno essere utilizzati per la ricapitalizzazione delle banche”, e gli altri 25, se si guadagneranno, verranno usati per metà per ripagare i debiti del Paese e metà per futuri investimenti.
RIFORME FUTURE
Il governo greco deve “consultarsi e trovare un accordo con le istituzioni (Commissione, Bce e Fmi, ndr) su tutte le bozze di legislazione nelle aree rilevanti e con adeguato anticipo prima di sottoporle a consultazione pubblica o al Parlamento”.
PRESTITO PONTE
L’accordo prevede un prestito ponte dai 10 ai 25 miliardi per far fronte alle necessità economiche più impellenti come le rate in scadenza con Bce e Fmi (in tutto 12 miliardi tra luglio e agosto) e per la ricapitalizzazione delle banche o eventuali costi di risoluzione in caso di fallimento, e di questi 10 miliardi arriveranno subito. Le modalità di questo prestito ponte verranno discusse all’Eurogruppo di oggi. Le ipotesi al momento in campo sono due: una è l’utilizzo di fondi “dormienti” pari a 13 miliardi del vecchio fondo Efsm (European Financial Stability Mechanism), garantito dal bilancio comunitario e gestito dalla Commissione europea, e un’altra è quella di prestiti bilaterali di alcuni Stati membri alla Grecia, che verrebbero rimborsati dall’Esm alla partenza del programma.
LE CONCESSIONI SUL DEBITO
Il testo afferma che “l’Eurogruppo sottolinea che una ristrutturazione nominale del debito non può essere attuata”. Inizialmente sulla parola “nominale” non c’era stato consenso, ma la sua introduzione significa che Atene può sperare in futuro, se non in una riduzione netta, almeno in condizioni più favorevoli. Nel testo si afferma infatti che i creditori “sono pronti a considerare, se necessario, possibili misure addizionali (come un possibile più lungo periodo di grazia (congelamento dei pagamenti, ndr) e di pagamento)”. Ma questi interventi “saranno condizionati alla piena implementazione delle misure”, e “verranno prese in considerazione dopo una prima positiva revisione” del programma.
COINVOLGIMENTO DEL FMI
Le conclusioni affermano che oltre all’assistenza dell’Esm, “ovunque possibile”, è aperta la possibilità di “una richiesta simile al Fmi”. Inoltre alla Grecia viene chiesto di “richiedere continuo supporto del Fondo (monitoraggio e finanziamento) dal marzo 2016”, ovvero dalla scadenza dell’attuale prestito con il Fmi.
AGEVOLAZIONI SUI 35 MILIARDI DI FONDI UE
La Commissione lavorerà per facilitare l’assorbimento dei 35 miliardi di euro che spettano alla Grecia tra fondi strutturali (20 miliardi) e fondi per l’agricoltura (15 miliardi) per il periodo 2014-2020. Il programma, a cui è stato incaricato di lavorare il vicepresidente, Valdis Dombrovskis, dovrebbe fare in modo che i soldi possano essere utilizzati o abbassando la parte di cofinanziamento nazionale, permettendo quindi al Paese di investire nei progetti strutturali molti soldi comunitari e pochi di tasca propria, o aumentando i prefinanziamenti, anticipando l’erogazione di soldi che di solito Bruxelles eroga solo a progetti già completati, evitando quindi che sia la Grecia a doverli anticipare.