La prima firma è quella di Thomas Piketty. Seguita da quelle di altri economisti. Una lettera indirizzata ad Angela Merkel: “Il fallimento dell’austerità”. Per chiedere che sul caso Grecia venga preso in considerazione un cambio di rotta nella politica economica europea. «La storia la ricorderà per le sue decisioni di questi giorni».
Le politiche di austerità che l’Europa sta imponendo alla Grecia sembrano non avere fine e soprattutto non stanno funzionando. E ora la Grecia ha detto a gran voce “no”, basta. Come previsto da molti, le richieste finanziarie europee hanno schiacciato l’economia greca, portato ad una massiccia disoccupazione e al collasso del sistema bancario, rendendo inoltre la crisi del debito estero ancora più acuta, portandolo ad un impagabile 175% del PIL. L’economia greca ora è a pezzi, le entrate fiscali in caduta libera, la produzione e l’occupazione in calo e le aziende a corto di capitali.
Il contraccolpo dal punto di vista sociale e umano è stato colossale: il 40% dei bambini vive oggi in povertà, la mortalità infantile è alle stelle e la disoccupazione giovanile è ormai al 50%. La corruzione, l’evasione fiscale e gli errori contabili dei precedenti governi greci hanno contribuito a creare il problema del debito. Ma la Grecia oggi ha adempiuto alle misure di austerità chieste da Angela Merkel: ha tagliato i salari, la spesa pubblica e le pensioni; ha privatizzato e deregolamentato; ha aumentato le tasse. Ma i cosiddetti programmi di aggiustamento strutturale imposti alla Grecia (e ad altri paesi) negli ultimi anni sono serviti solo a generare una Grande Depressione del tipo che non si vedeva in Europa dal 1929-1933. La medicina del ministero delle Finanze tedesco e di Bruxelles ha dissanguato il paziente invece di curare la malattia.
Esortiamo la cancelliera Angela Merkel e la troika a prendere in considerazione un cambiamento di rotta per evitare ulteriori catastrofi e permettere alla Grecia di rimanere nell’euro. Si è chiesto al governo greco di puntarsi una pistola alla tempia e di premere il grilletto. Ma quel proiettile non ucciderà solo il futuro della Grecia in Europa. Il danno collaterale ricadrà su tutta la zona euro, impedendole di diventare un faro di speranza, democrazia e prosperità, e potrebbe portare a conseguenze economiche profonde per tutto il mondo.
L’Europa unita fu fondata negli anni cinquanta sul condono dei debiti pregressi, in particolare della Germania, cosa che contribuì in modo enorme alla crescita economica del dopoguerra e alla pace. Oggi dobbiamo ristrutturare e ridurre il debito greco, dare respiro all’economia e consentire alla Grecia di pagare un debito ridotto e dilazionato nel tempo.
Questo è il momento per ripensare in forma più umana il programma punitivo e ormai fallito dell’austerità degli ultimi anni e concordare una forte riduzione dei debiti della Grecia, unita alle riforme tanto necessarie per quel paese. Il nostro messaggio alla cancelliera Merkel è chiaro: ci appelliamo a lei affinché prenda al più presto queste decisioni vitali per la Grecia, per la Germania e per il mondo intero. La storia la ricorderà per le decisioni che prenderà in questi giorni.
Contiamo su di lei affinché venga incontro alla Grecia con coraggio e generosità, per il bene dell’Europa e delle generazioni future.
Thomas Piketty
Heiner Flassbeck
Jeffrey Sachs
Dani Rodrik
Simon Wren-Lewis