Bruxelles – Ieri il Parlamento europeo ha approvato con 436 voti favorevoli, 241 contrari e 32 astenuti la risoluzione Lange sul trattato di libero scambio tra Europa e Stati Uniti, il Ttip. In linea generale, i gruppi politici sono rimasti compatti durante la votazione, ma non sono mancati i deputati che hanno deciso di andare controcorrente e non seguire la linea dettata dal partito.
I socialisti S&D sono di gran lunga il gruppo all’interno del quale si sono palesati il maggior numero di voti contrari alla posizione ufficiale. Ben 56 europarlamentari non hanno approvato la risoluzione redatta dal compagno di partito Bernd Lange. Fra questi spiccano i Pd Renata Briano, Pier Antonio Panzeri e Daniele Viotti, insieme agli ormai ex Pd Sergio Cofferati ed Elly Schlein. Hanno votato “no” in maniera compatta anche le delegazioni belghe, francesi e britanniche, con l’unica eccezione dell’inglese David Martin, membro della Commissione Commercio internazionale come Lange.
Qualche ribellione isolata c’è stata anche fra gli altri partiti dell’emiciclo. Se i Verdi, la Sinistra unitaria-Gue e il neonato gruppo Enf di Marine Le Pen e Matteo Salvini hanno votato “no” al Ttip in maniera compatta, nel partito popolare Ppe i belgi Rolin e Arimont, come i loro connazionali socialisti, non hanno appoggiato la relazione sul trattato transatlantico. Situazione identica anche nell’eterogeneo gruppo degli euroscettici Efdd, dove, se i deputati del Movimento 5 Stelle e del Ukip di Nigel Farage si sono opposti al Ttip, gli svedesi Winberg e Lundgren hanno invece detto “sì” al partenariato con gli Usa. Persino all’interno dei liberali dell’Alde un deputato, il francese Arthius, ha deciso di non seguire la linea del partito votando in modo contrario al Ttip, mentre fra i conservatori del Ecr (nuovo gruppo di Raffaele Fitto dopo l’abbandono di Forza Italia) hanno votato “no” i tedeschi Von Storch, Pretzell, e il greco Marias.