Bruxelles – La municipalità belga di St. Gilles ha deciso di dichiararsi una “zona fuori TTIP”. A due passi dalla Commissione europea il Consiglio del Comune, che è uno dei 19 che compongono l’unità urbana di Bruxelles, ha adottato una risoluzione che spera di influenzare le negoziazioni tra la l’Unione europea e gli Stati Uniti su la questione del trattato commerciale TTIP.
Secondo l’euobserver, St. Gilles, caratterizzata da case stile ‘art nouveau’ occupate da bar di moda e negozi di tendenza, ha criticato il meccanismo del TTIP che permette alle aziende private di fare causa ai governi nazionali per proteggere i loro interessi commerciali al di fuori dei normali Tribunali. In realtà proprio oggi il Parlamento europeo ha votato per una modifica di questa previsione.
“Certo che è legalmente impossibile” nota il membro del consiglio Alain Maron, “è una mossa simbolica”. Un trattato vale più della legislazione locale e se il TTIP sarà approvato, tutta l’Europa sarà obbligata di obbedirlo. Ma per Maron quando questo trattato “sarà firmato sarà già troppo tardi” per intervenire, ed ha criticato “la mancanza di trasparenza” nelle negoziazioni.
Il Comune di 2.5 kilometri quadrati con una popolazione di 50 mila persone ha certamente poco peso, ma non e solo a protestare contro il TTIP in questo modo. Circa 50 altri comuni attraverso il Belgio hanno addotto testi simili a quello di St. Gilles. Inoltre c’è la petizione per fermare i negoziati sul TTIP che ha raggiunto oltre 2 milioni di firme di cittadini Ue.
È però possibile che la mozione di St. Gilles possa diventare più influente di quanto si immagini ora. Si deve ancora stabilire con precisione quali settori saranno coperti dal trattato, ma se saranno inclusi settori su i quali governi nazionali non hanno ceduto sovranità a Bruxelles, il TTIP diventerebbe un “accordo misto”. Quindi anche i Parlamenti nazionali avrebbero una voce, e, per le complesse regole belghe, l’avrebbe anche il Parlamento della regione di Bruxelles del quale fa parte anche Maron.