Bruxelles – Il compromesso sull’Isds ha soddisfatto (quasi) tutti. Dopo mesi di febbrili trattative, il Parlamento europeo riunito a Strasburgo ha approvato con 436 voti favorevoli, 241 contrari e 32 astenuti la risoluzione Lange sul trattato di libero scambio tra Europa e Stati Uniti, il Ttip. Si tratta di un testo frutto del lavoro di 14 commissioni parlamentari e redatto dall’eurodeputato socialista Bernd Lange, il cui scopo è fornire all’esecutivo comunitario una serie di suggerimenti per raggiungere un accordo soddisfacente con gli Stati Uniti e soprattutto identificare le linee rosse da non superare. Una volta conclusi i negoziati, infatti, toccherà alla plenaria di Strasburgo approvare il trattato dando il via al processo di ratificazione.
“Secondo me, quello redatto da Lange è uno dei migliori testi mai presentanti negli ultimi anni” ha dichiarato il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, una volta uscito dall’aula. “Possiamo concludere che l’Isds non ha più un futuro – ha aggiunto – perché la stragrande maggioranza dei deputati ha votato per sostituirlo con un nuovo sistema di regole sul commercio internazionale capace di evitare che le recriminazioni degli investitori privati possano minare la sovranità degli Stati”. Proprio il mantenimento in vita degli Isds, gli arbitrati privati per la risoluzione delle controversie tra investitori e Stato, era stato il motivo principale delle polemiche fra socialisti e popolari (ma anche fra compagni di partito nelle file S&D), al punto da mettere a rischio il raggiungimento di un compromesso.
“Crediamo che un Ttip buono e giusto possa portare tanti benefici ai cittadini europei e alle imprese in termini di crescita e lavoro – ha dichiarato il capogruppo S&D, Gianni Pittella – ed eviterà una corsa globale al ribasso sui diritti umani, ambientali e sugli standard lavorativi. Ma ho detto un buon Ttip, non qualsiasi Ttip”. “Oggi abbiamo detto alla Commissione che non accetteremo semplicemente qualsiasi trattato commerciale ci metteranno di fronte – ha aggiunto il relatore Lange – chiediamo un accordo che stabilisca alti standard nelle relazioni commerciali”. “Abbiamo chiarito alla Commissione che l’arbitrato privato non ha futuro nel nostro accordo commerciale”, ha poi specificato il deputato S&D. “Non dobbiamo perdere tempo nell’arrivare a un trattato che rifletta e rafforzi i valori e gli interessi europei – ha dichiarato il presidente dei liberali Alde, Guy Verhofstadt – vogliamo un Ttip che sia positivo per gli imprenditori e i consumatori europei, ma anche che assicuri che l’Europa possa disegnare gli standard globali”.
Le assicurazioni fornite ieri dalla commissaria Ue al Commercio, Cecilia Malmstrom, e dal relatore Lange non sono bastate però al gruppo euroscettico Efdd e alla Sinistra unitaria Gue, che oggi per l’ennesima volta si è presentata in Aula portando cartelli e magliette con scritte come “Sì alla trasparenza, no al Ttip” o “Sì allo stato di diritto, no all’Isds”. Il gruppo Gue ha votato “no” alla risoluzione e ha espresso soddisfazione per il fatto che insieme a loro si è opposta una “significativa minoranza”. Tuttavia, gli eurodeputati hanno riconosciuto che il testo “è redatto con più cura” rispetto al precedente, sul quale si era preferito rimandare il voto per evitare una clamorosa bocciatura dovuta al fatto che secondo alcuni l’Isds non era esplicitamente escluso dall’accordo. “La battaglia non è finita – ha affermato l’eurodeputato Helmut Scholz – questa era una risoluzione su come condurre i negoziati, non sul loro risultato”. “Posticipando il dibattito e il voto sul Ttip dello scorso mese, Martin Schulz ha guadagnato tempo per imporre un nuovo compromesso sugli arbitrati privati” ha protestato il deputato dei Verdi, Yannick Jadot. “Oggi le grandi lobby hanno vinto una battaglia, ma non la guerra”, hanno dichiarato Tiziana Beghin e David Borrelli del Movimento 5 Stelle, secondo cui “oggi è una sconfitta per la democrazia nel Parlamento Europeo e l’alfiere di questa sconfitta è il presidente Schultz che, ormai, considera il Parlamento come il suo regno e fa quello che vuole”.
“Il Parlamento ha intorbidito la sua posizione sull’Isds e sta armeggiando con un sistema che mette gli interessi delle multinazionali davanti a quelli dei cittadini e dell’ambiente”, ha attaccato a nome di Greenpeace Jürgen Knirsch. “Il risultato è la creazione di un spauracchio che mina la democrazia, ma che non fermerà le proteste contro il Ttip”, in quanto “niente può giustificare la creazione di un sistema legale privilegiato e distinto, utile solo a difendere interessi commerciali di privati. Gli investitori stranieri dovrebbero godere dello stesso trattamento di qualsiasi persona o società che cerca di tutelare i propri diritti e interessi dinanzi ad un giudice nazionale o comunitario”.