Roma – “La crisi greca pone il problema di come aiutare il Paese a restare nell’euro e di come farlo tornare a crescere in modo sostenibile”, ma segnala anche “la necessità profonda di accelerare l’integrazione” nell’Ue. All’indomani dell’ennesimo rinvio di una soluzione nei negoziati tra Atene e i creditori, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ribadisce il concetto espresso dal presidente del consiglio Matteo Renzi: “Accanto all’apertura del cantiere Grecia occorre aprire un cantiere per l’Europa, e in entrambi i casi serve un disegno ambizioso di lungo periodo”.
Parlando dal palco dell’assemblea annuale dell’Abi (Associazione delle banche italiane), il titolare di Via XX Settembre indica un percorso che passa attraverso “un programma di riforme nazionali ed europee, il completamento del mercato interno, gli stimoli e gli incentivi agli investimenti e alla creazione di capitale fisico e immateriale per l’innovazione”. È convinto che la maggiore integrazione di cui l’Europa ha bisogno vada realizzata sul terreno del “rafforzamento delle istituzioni bancarie, della fiscalità, delle politiche di bilancio”. Tuttavia, “le istituzioni non si creano se manca la fiducia”, sottolinea. È proprio questa, a suo avviso, “la risorsa più carente nell’Ue”. Un’assenza che ha fatto venire meno la necessaria “spinta politica per completare questo sforzo” di integrazione.