da uno dei nostri inviati ad Atene
In Grecia ha vinto il “No”, una vittoria netta con il 61,2% dei voti, e con il “Sì” che si ferma al 37,8% e un’affluenza piuttosto alta del 62,5%. Per Alexist Tsipras “il popolo greco ha preso una storica e coraggiosa decisione”, e “ha risposto alla domanda: che tipo di Europa vogliamo? La risposta è stata: un’Europa di solidarietà e democrazia”. Il premier ellenico ha insistito nel suo discorso dopo la proclamazione della vittoria, discorso pronunciato con alle spalle una bandiera greca e una dell’Ue, che non si è trattato di un voto contro la permanenza nell’Unione europea e nell’euro. “Il mandato che mi avete dato non è per rompere con l’Europa, ma mi dà più forza per negoziare”, ha detto, e con questa nuova forza “la questione del debito ora sarà sul tavolo dei negoziati”.
Mentre Tsipras parlava, in piazza Syntagma, di fronte al Parlamento ellenico migliaia di persone festeggiavano la vittoria del NO. La gente ha iniziato ad arrivare già intorno alle 20, poco dopo i primi exit poll che sin dal momento stesso della chiusura delle urne unanimemente prevedevano la vittoria dei contrari all’accordo con i creditori. “Riprendetevi l’austerità e andatevene via”, cantavano i manifestanti gioiosi.
Meno gioiosi erano i leader europei. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha convocato un Eurosummit martedì, e già oggi (lunedì) si incontreranno lui, il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, e il governatore della Bce, Mario Draghi, “per discutere la situazione dopo il referendum”. Durissimo Dijsselbloem che ha parlato di risultato “molto deplorevole per il futuro della Grecia”. “Per il recupero dell’economia”, ha aggiunto, “misure difficili e riforme sono inevitabili“. Ancora meno gioioso Antonis Samaras, l’ex premier, principale sostenitore del SÌ al referendum, che appena il risultato della consultazione è stato chiaro, ha dato le sue dimissioni da leader di Nea Democratia. “Sappiamo che non ci sono soluzioni facili – ha ammesso Tsipras – ma ci sono soluzioni giuste e percorribili. Fintanto che ci sia la volontà da entrambe le parti”. E riuscire a trovare questa “buona volontà” è la nuova battaglia che lo attende nei prossimi giorni e settimane.