da uno dei nostri inviati ad Atene
La scelta di Euclid Tsakalotos come sostituto di Yanis Varoufakis è una scelta di continuità ad Atene. Non nello stile, certo: i due in questo differiscono molto, ma per quanto riguarda le idee, in quelle no, non cambia niente. Il nuovo ministro delle Finanze greco, classe 1960, nato a Rotterdam, come il suo predecessore non è un politico di professione ma un economista, docente di Economia all’università dei Atene, che ha studiato principalmente all’estero, in Gran Bretagna, soprattutto a Oxford ma anche a Eton, e ha insegnato per quattro anni all’università del Kent.
Ma a differenza di Varoufakis che era un ‘indipendente’, Tsakalotos è interno al partito politico di Alexis Tsipras, è membro del comitato centrale di Syriza e deputato dal 2012, fino ad oggi nel governo ricopriva la carica di viceministro degli Esteri. È stato considerato da molti finora il ministro “ombra” delle Finanze e non a caso è a lui che Tsipras affidò a fine aprile la guida del team negoziale con i creditori dopo i fallimenti nelle trattative con il vecchio gruppo di negoziatori guidato da Nikos Theoharakis. “Quando Theoharakis discuteva con i tecnici di Bruxelles li mandava letteralmente al manicomio. Mentre loro erano lì, calcolatrice alla mano, a studiare dove tagliare, quali interventi fare, quali riforme proporre per raggiungere il fatidico avanzo di bilancio richiesto dalle Istituzioni, lui gli rispondeva filosofeggiando, non entrava mai nel cuore di queste discussioni ma, citando trattati, studi ed economisti vari, stava lì a cercare di convincerli della centralità della questione del debito”, ci racconta una fonte interna al team di Varoufakis. “Quando arrivò Tsakalotos – continua la fonte – già dopo la prima discussione i negoziatori di Bruxelles tirarono un respiro di sollievo, perché lui era molto più concreto e da subito cominciò a negoziazione nel dettaglio, punto per punto. Ma questo non significa che non la pensasse come il suo predecessore”.
E il punto è proprio questo, Varoufakis e Tsakalotos sulla centralità della rinegoziazione del debito in questa trattativa la pensano esattamente allo stesso modo. Solo che invece di avere uno stile da rockstar, da duro e inflessibile, il nuovo ministro delle Finanze ellenico ama mantenere un basso profilo e non apparire troppo sui media. Ma non è certo meno drastico e radicale nella critica delle politiche imposte al suo Paese e nella determinazione di trovare una via d’uscita, all’interno dell’euro, che non sia basata solo su misure di austerità ma sulla rinegoziazione del debito. È autore o co-autore di sei libri, ed il titolo del suo ultimo lavoro, del 2012, dà un’idea di quali sia il suo punto di vista: “Il crogiuolo della resistenza: Grecia, Eurozona e la Crisi economica mondiale”.