Dal nostro invito ad Atene
Da quando sono collassati i negoziati tra governo greco ed istituzioni, la situazione dei conti pubblici ellenici è rapidamente deteriorata. Secondo quanto rivelatoci da una fonte interna al ministero delle Finanze, in sole due settimane il bilancio del governo greco è passato da una situazione di sostanziale pareggio a un disavanzo primario (al netto della spesa per interessi sul debito pubblico) del 3% del PIL circa. Alla luce di ciò, è impossibile immaginare che la Grecia – a prescindere che vinca il Sì o il No – sarà in grado di conseguire l’avanzo primario dell’1% per il 2016 richiesto dalle istituzioni (e su cui il governo greco, fino a poche settimane fa, era pronto a mettere la firma). Quello che prima avrebbe richiesto una manovra pari all’1% circa del PIL, infatti, oggi richiederebbe una “stretta fiscale” quattro volte più pesante. Impensabile. Questo vuol dire che gli obiettivi di bilancio della Grecia per il 2016 andranno necessariamente rivisti. Resta da vedere se questo andrà a vantaggio della richiesta greca di ristrutturazione del debito o se invece la posizione greca ne uscirà ulteriormente indebolita. Molto, ovviamente, dipenderà anche dall’esito delle urne.