dal nostro inviato ad Atene
“Oxi”, “Oxi”, fin dal pomeriggio, mentre piazza Syntagma si riempiva lentamente, la gente che arrivava per la manifestazione di chiusura della campagna referendaria, prima della consultazione di domenica, non smetteva di urarlo. “No”, “No”, era anche la scritta che campeggiava su tutti i cartelli, le bandiere, i vestiti, dappertutto. Alle 9 di sera c’erano circa 50mila persone ad ascoltare il discorso di Alexis Tsipras di fronte al Parlamento ellenico. Il premier è arrivato a piedi, senza scorta, passando tra la gente come un qualsiasi manifestante, ricevendo applausi e pacche sulle spalle.
“Miei cari ateniesi, stiamo celebrando il nostro coraggio e la nostra determinazione, prendendo il destino nelle nostre mani”, mentre “tutti gli occhi sono puntati sulla Grecia, dall’Europa a tutto il resto del mondo”, ha esordito Tsipras tra gli aplausi. “Domenica”, ha promesso, “manderemo un messaggio di democrazia all’Europa e al mondo “, e “non decideremo solo di restare in Europa, decideremo di vivere con dignità in Europa”. Ma non tutti la pensano così, il fronte di sostegno del no è molto variegato, e tra le persone che erano in piazza in tanti considerano il “No”, come un no all’Europa. “Vogliamo riprendere in mano il nostro destino, tornare a gestire autonomamente la nostra economia e stampare la nostra moneta, come fa la Gran Bretagna. Vogliamo farla finita con l’euro, e se non basterà anche con l’Unione europea”, afferma un manifestante. E a pensarla come lui sono in tanti a piazza Syntagma. E non avete paura di quello che può succedere a uscire dall’Ue?, chiedo a uno degli edicolanti, anche lui schierato per il rifiuto dell’accordo con i creditori. “Sono sei anni che l’Europa ce lo sta mettendo a quel posto”, mi risponde, “per me senza Merkel e compagnia staremo solo meglio. E altri ci seguiranno, la Spagna, il Portogallo e poi anche l’Italia”.
Nell’ultimo giorno di campagna referendaria Atene si è divisa in due piazze, Syntagma per il No e quella di fronte allo stadio Kallimarmaro, per il Sì. Per favorire le manifestazioni tutti i mezzi pubblici erano gratuiti. Sono stati gratuiti tutta la giornata? Chiedo a una ragazza. “Sono gratuiti da lunedì, è per favorire le manifestazioni e la propaganda in città”, mi spiega. Tutta la settimana mezzi pubblici gratuiti? Se lo scopre la Merkel le viene un colpo di sicuro, scherzo. “È questa la cosa più bella”, ribatte lei sorridendo,
A differenza di Syntagma allo stadio Kallimarmaro, che distava circa un chilometro, oltre alle bandiere greche sventolavano tantissime bandiere dell’Unione europea. Dal palco il sindaco della capitale, George Kaminis, ha attaccato il governo davanti alle circa 30mila persone presenti: “Dicono che faranno un accordo entro 48 ore, quando nessuno parla con loro”. Verso le nove la piazza, dopo i discorsi, si è velocemente svuotata mentre di fronte al Parlamento si è continuato a cantare e ballare fino a mezzanotte. Poi in tanti sono andati a concludere la serata con una cenetta a piazza Monastiraki. Il cibo è buono e costa poco. E l’Iva, per ora, è ancora al 13%.