- I negoziati sono in stallo perché i creditori (a) rifiutano di ridurre la somma impagabile del nostro debito pubblico e (b) insistono che deve essere ripagato ‘parametricamente’ dai membri più deboli della nostra società, i loro figli e i loro nipoti.
- Il FMI, il governo americano, altri governi mondiali e la maggior parte degli economisti indipendenti credono – insieme a noi – che il debito debba essere ristrutturato.
- L’Eurogruppo ha già (nel novembre 2012) concesso che il debito dovrebbe essere ristrutturato ma rifiuta di impegnarsi alla ristrutturazione.
- Dall’annuncio del referendum, l’Europa ha mandato segnali di essere pronta a discutere la ristrutturazione. Questi segnali mostrano che anche l’Europa voterebbe NO alla sua offerta finale.
- La Grecia deve rimanere nell’euro. I depositi nelle banche greche sono sicuri. I creditori hanno scelto la strategia del ricatto basato sulla chiusura delle banche. L’impasse attuale è dovuta alla scelta dei creditori, e non del governo greco, di interrompere i negoziati, e non è dovuta neanche a ipotesi greche di Grexit o di svalutazione. Il posto della Grecia nell’eurozona non è negoziabile.
- Il futuro chiede una Grecia orgogliosa che sia nell’Eurozona e nel cuore dell’Europa. Il futuro chiede che i greci dicano un grande NO al referendum di domenica, che rimaniamo nella zona euro e che con il potere acquisito grazie a quel NO, rinegozieremo il debito pubblico greco cosi come la distribuzione dei pesi tra coloro che hanno, e coloro che non hanno.
Testo tradotto da Ben Bultrini (qui l’originale)