Bruxelles – Il Ttip torna in aula. La relazione del Parlamento europeo sull’accordo di libero scambio tra Stati uniti ed Europa verrà votato in Plenaria a Strasburgo la prossima settimana, precisamente mercoledì, dopo la discussione che avrà invece luogo martedì. Il relatore Bernd Lange è riuscito a trovare un testo di compromesso sul punto più spinoso, l’Isds, il meccanismo di arbitrato tra investitori e Stato, un testo che dovrebbe questa volta mettere d’accordo i tre principali gruppi, quello socialista, quello popolare e quello dei liberali, assicurando così l’approvazione finale.
I deputati della commissione Commercio internazionale lunedì scorso avevano dato il via libera a tutti gli emendamenti sulla relazione, con una votazione fatta per alzata di mano e che necessitava solo di 5 voti favorevoli per ogni emendamento. Questa votazione ha dimostrato che quello utilizzato all’ultima Plenaria, quando la relazione invece di essere votata era stata rimandata in commissione per un controllo, era stato solo un trucco per prendere tempo e provare a risolvere la controversia sull’Isds. Ma questa volta “è stato trovato un accordo sull’ultima questione rimanente per raggiungere la maggioranza, l’Isds”, assicurano i socialisti in un comunicato. La nuova formula trovata afferma che “il sistema Isds sarà rimpiazzato da un nuovo sistema per risolvere le dispute tra investitori e Stato che sia soggetto ai principi democratici”, e che assicuri “che potenziali casi siano trattati in maniera trasparente in udienze pubbliche da giudici professionisti e indipendenti”, un sistema che includa “un meccanismo di appello in cui sia assicurata la consistenza delle decisioni giuridiche, sia rispettata la giurisdizione delle Corti Ue e di quelle degli Stati membri e dove gli interessi privati non possano minare gli obiettivi delle politiche pubbliche”. (Scarica il testo del compromesso)
“L’Isds è morto”, ha esultato il capogruppo S&d, Gianni Pittella. Per gli attivisti della Campagna Stop-Ttip “il compromesso raggiunto è totalmente inaccettabile”, e si tratta solo di “un testo fumoso e per nulla chiaro, che lascia aperte molte possibilità, cambia la struttura, ma non la sostanza né tanto meno le regole di riferimento che mettono come priorità la tutela degli investimenti rispetto al diritto di regolamentazione dei Governi”. Per questo gli attivisti chiedono agli europarlamentari “di prendere una posizione chiara e definita per escludere l’Isds definitivamente dal negoziato”.