Bruxelles – Si infiamma la battaglia politica in Grecia a pochi giorni dal referendum indetto dal governo sull’accettazione o meno del piano di aiuti presentato il 25 giugno dalle istituzioni creditrici. Come il primo ministro Alexis Tsipras, anche il leader dell’opposizione, Antonis Samaras, ha scelto un video per alzare la voce e chiedere al popolo greco di votare “sì” all’accordo. Bandiera europea e greca sullo sfondo (come Tsipras), quello del presidente del partito di centrodestra Nuova democrazia, che nel 2012 col suo governo portò avanti le politiche di austerità cominciate dal predecessore George Papandreou e nel giugno 2013 decise di chiudere il servizio pubblico radiotelevisivo, è un duro atto d’accusa verso l’attuale primo ministro greco. “Non ha la decenza di ammettere che è stato lui ad aver firmato per la chiusura delle banche – ha detto Samaras – e non ha osato ammettere che è stato fra quelli che hanno messo sul tavolo la proposta che include le misure di austerità, la stessa fatta dei creditori”. “Fondamentalmente il Paese è guidato da un governo nel panico” ha continuato il politico greco, che ha aggiunto: “il governo ha mentito a tutti e ha portato il Paese al fallimento. Siamo rimasti in attesa, perdendo 35 miliardi di finanziamenti già stanziati per il nostro Paese dopo i sacrifici fatti dal popolo greco”.
E sulla strategia adottata da Tsipras, Samaras ha attaccato: “nonostante il primo ministro stia dicendo da mesi che non firmerà un altro accordo, ora sta implorando per un nuovo accordo. E come se non bastasse, anche se lui stesso è favorevole alle proposte delle istituzioni per altre misure da 8 miliardi di euro, supplica le persone di fare cosa? Votare contro l’accordo!”. Anche il primo ministro italiano, Matteo Renzi, è citato dal presidente di Nuova democrazia per dimostrare che Tsipras con la sua scelta si è autocondannato all’isolamento internazionale. “Come avrà successo nei rapporti con i leader europei – si ha chiesto Samaras – se anche i socialisti Hollande, Schulz e Renzi credono che questo referendum sia una scelta fra l’euro e la dracma? È un errore fatale per il governo continuare con questo ridicolo referendum, basato su una proposta che non esiste più, su negoziati che non esistono più, e su un programma che non è più valido”.
“Non c’è niente di cui essere fieri – ha continuato il politico greco – quando le persone fanno la fila fuori dalle banche chiuse. Il vero orgoglio è la strada verso l’Europa. Il vero orgoglio è dire di ‘no” a un governo spietato che ha ingannato tutti e che adesso prova a dividere la nostra società”. Infine l’appello al voto: “i cittadini responsabili vinceranno. Sì alla Grecia! Sì all’Europa e al futuro dei nostri figli”.