Roma – Il negoziato con la Grecia “non si è mai interrotto, neppure dopo la scadenza del secondo programma di aiuti”, alla mezzanotte di ieri. Nella sua informativa alla Camera dei deputati, tenuta subito prima di collegarsi in teleconferenza con i suoi colleghi dell’Eurogruppo, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan valuta “positivamente la riapertura del dialogo” registrata con le nuove proposte presentate dal premier ellenico Alexis Tsipras.
Non si esprime nel merito perché preferisce attendere le valutazioni del loro impatto economico da parte della Commissione europe. Tuttavia indica che “l’Italia continua a lavorare per un accordo condiviso”, perché “l’avvio di un nuovo programma di aiuti sarebbe concretamente ancora possibile”. La decisione spetta all’Eurogruppo, ma “non può prescindere da alcuni presupposti”.
Il primo è “verificare il reale impegno politico del governo greco nel sostenere un corso d’azione ritenuto fino a pochi giorni fa inattuabile”. Il secondo è “la posizione rispetto al referendum” di domenica, e dunque la disponibilità di Tsipras a cambiare indicazione di voto (nel frattempo, parlando da Atene, il premier ha però confermato l’endorsement per il no). Referendum che sembra però rimanere uno spartiacque per il proseguimento delle trattative, dal momento che la cancelliera tedesca Angela Merkel, incontrtando il premier Matteo Renzi, esclude l’avvio di un nuovo programma di aiuti prima dell’esito del voto di domenica.
Riguardo alle conseguenze di un eventuale default di Atene, “non temiamo ripercussioni di ampia portata sull’economia italiana”, assicura Padoan. L’esposizione del nostro bilancio pubblico ammonta a 35,9 miliardi di euro, ma ci sarebbero “perdite solo se l’Efsf – il meccanismo temporaneo salva-Stati creato prima dell’Esm, che è permanente – non fosse in grado di rifinanziarsi” sul mercato. Una “ipotesi decisamente remota”, secondo il ministro, il quale agginuge che anche “le istituzioni bancarie sono oggi più solide”, perché “grazie all’Unione bancaria” oggi è ridotto il rischio di contagio.