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    Home » Politica » Grecia, l’ultima proposta di Tsipras ai creditori: dove cede e dove resiste

    Grecia, l’ultima proposta di Tsipras ai creditori: dove cede e dove resiste

    Il premier ellenico ha inviato una nuova lettera alle istituzioni (Bce, Commissione e Fmi) in cui afferma di accettare le condizioni poste nell'ultima offerta, ma ponendo alcune condizioni

    Redazione</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/eunewsit" target="_blank">eunewsit</a> di Redazione eunewsit
    1 Luglio 2015
    in Politica

    Bruxelles – Il primo ministro ellenico Alexis Tsipras è pronto ad accettare la maggior parte delle condizioni poste dei creditori nella loro ultima proposta del 26 giugno allo scopo di continuare con il programma scaduto poche ore fa (il secondo), o comunque con un nuovo programma (il terzo). Ma detta anche le sue condizioni con emendamenti che definisce “concreti e che rispettano pienamente la robustezza e la credibilità dell piano”, condizioni che verranno prese in considerazione dall’Eurogruppo che era previsto in teleconferenza per oggi alle 11:30, ma che è stato spostato alle 17:30, per valutare gli ultimi sviluppi. Il leader di Syriza ha inviato una nuova lettera (pubblicata dal Financial Times) alle istituzioni (Bce, Fmi e Commissione europea) per comunicare che “la Repubblica ellenica è pronta ad accettare l’accordo a livello di staff soggetto ad emendamenti come parte di un’estensione del programma dell’Efsf in scadenza e un nuovo accordo di prestiti con l’Esm”, ovvero il nuovo fondo salva-Stati. La proposta è collegata a quella contenuta nell’altra lettera inviata ieri a Jeroen Dijsselbloem, in cui si parla anche di impegni per la ristrutturazione del debito. Sul fronte dell’Iva Tsipras insiste nel voler mantenere lo sgravio fiscale del 30% sulle isole, così come sul fronte pensioni Tsipras ribadisce che è pronto a far scattare da ottobre (e non da subito come chiedono i creditori) l’aumento graduale dell’età pensionbile a 67 anni entro il 2022. Ancora, Tsipras chiede una “garanzia di solidarietà” per le pensioni più basse, che si dice pronto a eliminare gradualmente ma più lentamente di quanto chiesto dai creditori (entro dicembre 2019).
    Ecco punto per punto, rispetto alle proposte della scorsa settimana, dove il governo di Syriza cede e dove resiste con l’ultima offerta.

    Iva (resiste)
    La Grecia insiste sulla necessità dello sconto del 30% per le isole ma accetta la quota generale al 23%, quella ridotta al 13% solo per acqua, energia elettrica, hotel e cibi “di base”, nonché il supersconto al 6% per medicinali, libri e teatro.

    Misure fiscali (cede ma chiedendo più tempo)
    Atene accetta di portare al 100% l’anticipo dei pagamenti delle imposte sui profitti dichiarati di aziende e imprese individuali (prima si fermava all’80%), e di eliminare i sussidi sulla benzina per gli agricoltori, ma solo entro al fine del 2017 e non a partire dal bilancio 2016 come chiesto dai creditori.
    Nessun riferimento alla tassa una tantum del 12% sui profitti aziendali superiori al mezzo milione nel 2014, segno di un cedimento sulla questione.

    Difesa (cede ma chiedendo più tempo)
    La Grecia accetta i tagli al settore di 400 milioni (prima si fermava a 200), ma anche qui chiede più tempo, ovvero di farlo dal 2017, fermandosi a 200 milioni nel 2016.

    Pensioni (cede)
    Ribadisce di essere disposto a portarle gradualmente entro il 2022 l’età pensionabile a 67 anni e a 62 per chi ha 40 anni di contributi, ma solo per chi va in pensione dopo il 31 ottobre 2015 (le istituzioni vorrebbero da subito).
    Accetta di eliminare, e non più “rimpiazzare”, i contributi statali per l’aumento delle pensioni più basse, il cosiddetto Ekas, entro la fine del 2019, ma non un’azione immediata sul 20% dei principali beneficiari, come chiesto dai creditori.

    Mercato del lavoro (resiste)
    La lettera afferma che verrà riformato il mercato del lavoro, ovvero con ogni probabilità che verrà reintrodotta la contrattazione collettiva, il prossimo autunno.

    Mercato dei prodotti (resiste)
    Continua a non accettare la rimozione di “tutte” le “non-reciprocal nuisance charges”, tariffe su su alcuni prodotti esteri che li rendono così meno competitivi sul mercato interno. E al posto della precedentemente offerta “drastica riduzione”, il testo parla di una “sostanziale riduzione”.

    Privatizzazioni (cede)
    Nessun accenno alle privatizzazioni, che dovrebbe voler dire che cede su tutte le richieste, ovvero portare a termine i bandi per la privatizzazione dei porti di Salonicco e del Pireo e dell’aeroporto di Atene, delle compagnie ferroviarie Trainose e Rosco e dell’Admie, la compagnia che gestisce le infrastrutture dell’elettricità.

    Tags: Alexis Tsipraseurogruppoeurozonagrecia

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