Bruxelles – Non si sono accese soltanto le discussioni nel merito. Nella lunga e movimentata notte dei capi di Stato e di governo, si è finito per trovare da ridire anche su modalità degli incontri e social network. A battibeccare, in particolare, il premier ungherese, Viktor Orban e il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che racconta il “gustoso siparietto” ai giornalisti prima di lasciare Bruxelles. Quando si stava per entrare nel vivo della discussione sull’immigrazione, riporta Renzi, Orban ha fatto presente che sarebbe stato il caso di controllare telefonini e mezzi di comunicazione di tutti i presenti. Un’idea piaciuta decisamente poco al premier, che ha ribaltato la situazione con una provocatoria proposta: trasmettere i Consigli europei in streaming. “Se qualcuno dice che deve rimanere la segretezza degli atti, allora io sottolineo che la mia controproposta è fare i Vertici in streaming, questo eviterebbe discussioni fasulle e capziose”, spiega il premier. Più una boutade che un’idea su cui puntare veramente: “Devo ammettere che ora la mia proposta dello streaming non è maggioritaria e dubito che lo diventerà”, ironizza lo stesso Renzi ma “posso assicurare – dice – che nessuno ci chiederà di consegnare i telefonini e non andare su Twitter”.
A proposito di Twitter. Anche questo è stato fonte di discussioni tra lui e il presidente del Consigio europeo, Donald Tusk. “Ieri ha aperto la discussione annunciando sui social media che non c’era accordo sull’immigrazione”, lamenta Renzi riferendosi ad un tweet con cui il polacco aveva anticipato la mancanza di un accordo tra gli Stati membri su quote volontarie prima ancora dell’inizio della riunione dei leader. “Credo che sia un errore – stigmatizza Renzi – cominciare una discussione dicendo che non c’è un accordo”.