Bruxelles – Nella nottata di discussioni dei capi di Stato e di governo sull’immigrazione, “l’Italia non ha alzato la voce, ha alzato il livello della discussione”. È quanto rivendica il premier, Matteo Renzi, all’indomani di un accordo sulla redistribuzione dei migranti, che molti hanno raccontato come il risultato di una sorta di sfuriata del presidente del Consiglio italiano. “Noi non alziamo la voce, noi siamo l’Italia”, corregge oggi il tiro Renzi: “ L’Italia è uno dei sei Paesi che ha fondato le istituzioni europee”, dice assicurando di avere ricordato ai Paesi che ieri “hanno fatto discussioni fuori luogo” che il nostro Paese “ha firmato i trattati perché crede nella pace e nella generosità, non nell’egoismo”. E questo spirito Renzi rivendica di avere difeso ieri contro un “elemento di meschinità al quale non ci saremmo mai prestati”.
Ad avere bisogno di uscire dalla riunione con un’intesa raggiunta sull’immigrazione non era, secondo il premier, tanto l’Italia quanto l’intera comunità europea. “Lo ritengo un passo importante più per l’idea di Europa che per l’Italia”, sottolinea Renzi visto che il nostro Paese continuerà a fare fronte all’immigrazione essenzialmente “con mezzi propri”. Per i Ventotto era invece fondamentale compiere un “gesto che ha natura simbolica ma anche concreta”. Quello raggiunto “non è un accordo che cambia la vita all’Italia – insiste Renzi – ieri gli ho detto: si può restare così, non vi preoccupate, siete voi che avete bisogno di concludere quest’accordo. Perché se l’Europa non avverte il bisogno di essere solidale vuole dire che richiama per sé solo il ruolo di custode dei conti”. Ma per chi è europeista, sostiene il premier, “non può essere banale che sia l’egoismo a trionfare” perché “l’Europa non è egoismo, è solidarietà”.
Punto fondamentale, per Renzi, rimane il fatto che “si riconosce un principio che supera il regolamento di Dublino nella direzione della solidarietà e dell’umanità”. E se ora il principio che il primo Stato di arrivo di un migrante deve essere quello che si fa carico della sua domanda di asilo è superato solo in via eccezionale, si è aperta una strada verso un meccanismo che potrà essere riproposto in futuro su base duratura. Assurdo, lancia anche una frecciata Renzi, “sentirmi dire oggi che quello che abbiamo fatto è poco da quegli stessi che l’accordo di Dublino lo hanno firmato. Sarebbe stato meglio se non lo avessero firmato”. Ma visto che oggi la regola esiste, l’intesa raggiunta è almeno “un primo passo”.