Bruxelles – Non solo Matteo Renzi ha alzato la voce durante il Consiglio europeo di questa sera, ma, racconta un testimone, “il confronto è diventato sempre più emotivo”, tanto che, ad un certo punto della cena, il presidente Donald Tusk ha sospeso il confronto sul tema e ha dato la parola al premier britannico David Cameron che ha affrontato il tema, evidentemente oggi meno divisivo, della possibile uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Dopo una mezzora è ripreso, sembra con toni più tranquilli, il dibattito sull’immigrazione.
Le questioni sul tavolo sono due, una procedurale, sul sistema di voto per approvare le conclusioni, ed una più sostanziale: come redistribuire i 40mila migranti bisognosi di protezione su base volontaria ma con un qualche criterio che renda la cosa equilibrata. Il primo tema è delicato perché di norma il Consiglio decide “per consenso”, e cioè il presidente rileva che c’è un’ampia condivisione su una certa posizione, nessuno dei presenti si alza per dire qualcosa in contrario, e il documento è approvato. I Trattati prevedono però che nel caso specifico si debba votare a maggioranza qualificata, e il presidente della Commissione Jean Claude Juncker deve, per statuto, difendere questa posizione. Però nel Consiglio europeo lui è solo un ospite e Tusk pretende di avere l’ultima parola e dunque procedere per consenso (se ci sarà) come si fa praticamente sempre. Con il sistema di Juncker ognuno viene “inchiodato” alla sua posizione, e dunque gli schieramenti si irrigidiscono, con quello di Tusk chi è contrario può raccontare all’esterno di essersi battuto come un leone e di aver perduto, anche se così non è stato, magari per opportunità politica, e nessuno saprà mai la verità.
Sui 40mila invece il dibattito sembra mettere in discussione in realtà tutto. “Già discutere di come arrivare a 40mila vuol dire mettere in dubbio la cifra”, fa notare un diplomatico nordeuropeo molto vicino al dossier. Inoltre nella sala (pare proprio da Tusk) è stato fatto entrare il termine “volontaria”, accanto a redistribuzione, che al momento invece, nel testo delle bozze, non è qualificata, lasciando dunque una vaghezza che può permettere ancora qualche negoziato più avanti. Sulla presenza o meno di questa parola il dibattito si è incagliato,e durante la lunga notte del Consiglio europeo si spera si arrivi a una soluzione. Ma non è detto affatto.