Bruxelles – Discariche ancora al centro delle critiche di Bruxelles all’Italia. Dopo la maxi-multa inflitta al nostro Paese dalla Corte di giustizia Ue per 218 discariche non a norma, la Commissione europea ora insiste su quelle più datate: secondo la direttiva comunitaria, quelle già operative dal 2001, avrebbero dovuto essere chiuse o messe a norma entro il 16 luglio 2009 così da essere certi che queste “operino in sicurezza” e che non ci siano “effetti negativi sulla salute umana, l’acqua, il suolo e l’aria”. Ma l’Italia, secondo l’esecutivo comunitario, non ha risposto ai suoi obblighi.
“Dalle ultime informazioni a disposizione della Commissione – comunica oggi Bruxelles – risulta che quasi sei anni dopo il termine ultimo per la chiusura, almeno 50 discariche in Italia non sono ancora a norma e avrebbero dovuto essere chiuse o portate agli standard richiesti”. Ad aggravare la situazione il fatto che “almeno una” delle discariche in questione “contiene rifiuti pericolosi”. Le cinquanta discariche in questione non erano fino ad ora sconosciute alla Commissione europea, ma avendo l’Italia tempo per metterle in regola fino al 2009, l’inadempienza è scattata solo dopo la prima sentenza della Commissione Ue, che risaliva al 2007.
Vista la situazione Bruxelles ha inviato al nostro Paese un parere motivato dopo cui l’Italia ha due mesi di tempo per notificare alla Commissione le misure adottate per porre rimedio alla situazione di irregolarità. Se entro questa scadenza l’Italia non si sarà messa in regola, potrà essere deferita alla Corte di giustizia Ue e rischia quindi una nuova sanzione.