Bruxelles – Di voci fuori dal coro, in questi ultimi mesi, se ne erano sentite parecchie. Grecia, Ungheria, ma anche la stessa Italia: non a tutti l’idea di rinnovare un pacchetto di pesanti sanzioni economiche nei confronti della Russia, che sta avendo ricadute non trascurabili anche sull’economia europea, sembrava essere una buona idea. Eppure il riesplodere della violenza che è tornata a scuotere l’Est dell’Ucraina e il conseguente riacutizzarsi delle tensioni tra Mosca e l’occidente, Usa in testa, sembra avere ricompattato le file europee. Gli ambasciatori dei Ventotto hanno trovato un accordo preliminare per rinnovare il pacchetto di sanzioni economiche europee nei confronti della Russia, non però di un anno (durata del pacchetto in scadenza a luglio) ma soltanto fino al prossimo 31 gennaio. La decisione dovrà essere confermata nel corso della riunione dei ministri degli esteri in programma lunedì a Lussemburgo, ma ci si aspetta un passaggio formale senza grandi discussioni, e la questione dovrebbe essere quindi sbrigata senza nemmeno arrivare al tavolo dei capi di Stato e di governo di giovedì e venerdì prossimi.
Che la strada imboccata portasse verso nuove sanzioni contro Mosca era apparso abbastanza chiaro già nel corso dell’ultimo G7 in Baviera dove a dimostrarsi favorevole ad un rinnovo era stato non solo il presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk, da sempre tra i sostenitori del pungo duro nei confronti di Putin, ma anche la cancelliera tedesca Angela Merkel che aveva esibito sintonia con il presidente statunitense, Barack Obama.
La scelta di un’estensione delle sanzioni limitata a gennaio è comunque coerente con quanto i capi di Stato e di governo Ue avevano concordato nel corso del vertice di marzo. La durata delle misure economiche “sarà chiaramente legata alla completa implementazione” degli accordi di Minsk, si era detto allora, ricordando che “questa è prevista solo entro la fine del 2015”. Insomma rimandare la discussione a gennaio permetterà di vedere se per la scadenza fissata, la tregua che oggi resta ancora troppo spesso violata, sarà pienamente messa in atto.
Il pacchetto di sanzioni economiche dell’Ue contro la Russia include misure per ridurre l’accesso di Mosca ai mercati dei capitali Ue, l’embargo sulle armi, il blocco dell’export dei cosiddetti materiali “dual use” (prodotti normalmente usati per scopi civili ma che possono avere anche applicazioni nel campo militare, come materiali speciali, computer o strumenti elettronici dalle elevate prestazioni) e quello di tecnologie “sensibili” utili all’industria petrolifera russa.