Bruxelles – Avanti con la riforma del sistema di imposizione fiscale per le imprese, ma guardando indietro. La Commissione europea svela il piano d’azione per una tassazione societaria più equa ed efficiente nell’Ue, e la prima cosa che salta agli occhi è la natura “datata” della proposta. Tra le azioni chiave figura una strategia per rilanciare la base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società (Ccctb) e un quadro che garantisca una tassazione efficace nel luogo in cui sono generati gli utili. La proposta venne avanzata già nel marzo 2011 dalla Commissione Barroso, che ne fece addirittura una priorità. Ma i risultati sono stati quelli che sono stati, praticamente nulli. Ora ci riprova la Commissione Juncker, che per evitare di riproporre la classica minestra riscaldata pubblica anche un primo elenco Ue di giurisdizioni fiscali che non cooperano, e avvia una consultazione pubblica per valutare se introdurre per le società l’obbligo di rendere pubbliche determinate informazioni fiscali. Dopo il caso LuxLeaks Bruxelles dunque chiede se è il caso di fare chiarezza e garantire trasparenza? La proposta appare davvero soft, talmente soft che le critiche non si fanno attendere. “Non c’è ciccia in questa proposta”, le critiche dell’ong One. Il gruppo dei Verdi in Parlamento europeo denuncia “un’assenza di chiara volontà che compromette le rivendicazioni di Juncker di voler essere il campione del fisco equo”.
La Commissione però sostiene che ora è diverso. Tanto per cominciare, la base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società (Ccctb) sarà resa obbligatoria (la proposta del 2011 la prevedeva facoltativa, lasciando decisione alle aziende se aderire o meno). Un’opzione che vede però BusinessEurope mettersi di traverso. “Abbiamo sempre detto che la Ccctb deve rimanere facoltativa”, sottolinea la presidente Emma Marcegaglia. La Commissione, comunque, tornerà sull’argomento “appena possibile nel 2016” con una nuova proposta per il consolidamento della stessa Ccctb. Nel frattempo Bruxelles prende provvedimenti nei confrontii delle giurisdizioni fiscali che non cooperano, pubblicando una ‘lista nera’ Ue dei Paesi terzi e dei territori così da “passare al vaglio le giurisdizioni fiscali che non cooperano e sviluppare una strategia comune dell’Unione nei loro confronti”. Previsto infine l’avvio di una consultazione pubblica per ottenere pareri sull’eventuale obbligo per le società di rendere pubbliche determinate informazioni fiscali, anche attraverso la rendicontazione Paese per Paese. Oggi, sostiene il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, “la Commissione ha gettato le basi di un nuovo approccio alla tassazione societaria nell’Ue, al quale gli Stati membri devono ispirarsi”.