Al momento del risiko della formazione dei gruppi al Parlamento europeo non ce l’avevano fatta. Un anno dopo, gli euroscettici di estrema destra uniscono le forze e costruiscono una casa comune in Europa. Il gruppo, che si chiamerà Europa delle nazioni e delle Libertà, sarà composto da 40 eurodeputati di sette diversi Paesi Ue (la condizione minima per la creazione di un gruppo, che mesi fa non si era riuscita a soddisfare, è di 25 deputati di almeno 7 Paesi). A guidare la cavalcata della nuova formazione, la leader del Front National francese, Marine Le Pen, che porta nel gruppo i suoi 23 eurodeputati e la Lega Nord di Matteo Salvini, con i cinque esponenti del Carroccio. Nel gruppo che promette di essere la prima vera opposizione al Parlamento europeo, anche quattro deputati olandesi del Pvv, il Partito per la Libertà di Geert Wilders, quattro dell’austriaco Fpo e uno del partito fiammingo per l’indipendenza delle Fiandre, Vlaams Belang.
A permettere di raggiungere le sette diverse nazionalità richieste, anche due eurodeputati del Congresso della nuova destra polacco, partito su posizioni di estrema destra, anti euro, anti immigrazione, a favore della reintroduzione della pena di morte, fondato da un altro attuale deputato del Parlamento europeo, Janusz Korwin-Mikke che si è già fatto riconoscere per avere parlato di “negri” nell’Aula del Parlamento europeo e per avere sostenuto che il compito delle donne è stare a casa a crescere i figli. Ago della bilancia, infine, Janice Atkinson, eurodeputata fuoriuscita dallo Ukip britannico, partito che nell’emiciclo siede al fianco del Movimento Cinque Stelle nel gruppo Efdd (Europa delle libertà e della democrazia diretta). Cruciale, per convincerla al salto, l’espulsione di Jean Marie Le Pen, criticato dallo Ukip per le posizioni antisemite, dal Front National ma anche le critiche aperte verso il gruppo Efdd che non trova un’identità unitaria visto che, per stessa ammissione della diretta interessata, “il Movimento Cinque Stelle si oppone alla maggioranza dei voti che noi sosteniamo”.
La formazione del gruppo “è il risultato di un anno di lavoro ma anche della voglia di non buttarsi in alleanze affrettate come hanno fatto altri partiti a scapito della loro reputazione”, ha sottolineato Le Pen cantando vittoria per quella che è “una buona notizia per noi e per i nostri Paesi”. Poi la provocazione: “Ringrazio particolarmente – dice Le Pen – Schulz e l’amministrazione del Parlamento che trattandoci come dei deputati di serie B ci hanno dato la voglia di creare questo gruppo forte, coerente e ambizioso”. Oggi segna “l’inizio della nostra liberazione”, si lascia andare Wilders, un “momento storico” per chi vuole difendere “le identità nazionale e la prosperità” dei propri Paesi, evitando siano solo “province d’Europa”.
Con la nascita del gruppo “finisce l’inciucio socialista e democristiano”, esulta Salvini secondo cui ora i gruppi tradizionali “non hanno più numeri per fare e disfare da soli” e “finalmente c’è un’opposizione sana, robusta e coraggiosa contro la moneta unica, il pensiero unico, l’invasione clandestina e per la difesa del nostro lavoro e del nostro futuro. Se fossi in Schulz e Juncker e nei soci di questa unione sovietica europea – avverte il leader del Carroccio – oggi comincerei a preoccuparmi davvero”.