Bruxelles – Il tempo stringe, le inquietudini crescono, ma i toni non cambiano. A poche ore dall’Eurogruppo decisivo di giovedì, Grecia e creditori restano congelati su posizioni inamovibili. Da una parte quella del premier greco, Alexis Tsipras che ancora oggi intervenendo davanti al Parlamento greco, è tornato a definire “criminale” la responsabilità del Fondo Monetario internazionale per la situazione in cui versa la Grecia. I creditori internazionali, ha accusato il leader di Syriza, vogliono “umiliare non solo il governo ma anche il popolo greco”, insistendo su “un programma di tagli che ha fallito e su misure che non possono essere accettate”. Ma la vera trattativa “comincia adesso”, mostra sicurezza Tsipras che, incontrando i leader dei partiti To Potami (Il Fiume) e del Pasok, questa mattina avrebbe anche detto di non aver fretta di giungere un accordo con i creditori e di essere pronto, se necessario, a non farà i pagamenti dovuti al Fondo Monetario Internazionale a fine mese. Tsipras, secondo quanto riportato dalla stampa greca, sarebbe determinato a portare avanti le trattative fino alla fine del mese e anche a scontrarsi con gli elementi più radicali all’interno del suo partito al fine di garantire un “accordo onorevole” con i creditori della Grecia.
Dall’altro lato della barricata sta il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, che dei toni concilianti di questi mesi sembra essersi decisamente stancato e dopo avere reso noti ieri i dettagli della trattativa per smentire le “notizie fuorvianti” diffuse da Atene, oggi torna ad attaccare: “Il dibattito dentro e fuori la Grecia sarebbe più semplice se il governo greco spiegasse al suo popolo esattamente quello che la Commissione europea propone. Do la colpa al governo greco – va dritto al punto Juncker – per aver raccontato al popolo cose che non coincidono con quelle che io ho detto” a Tsipras. “Non mi interessa il governo greco – dice – ma il popolo greco, che ha dovuto soffrire più di altri per i piani che si sono dovuti adottare” contro la crisi economica. Poi i dettagli: Juncker assicura di “non essere favorevole” all’aumento dell’Iva su medicine e elettricità e di aver proposto invece tagli alla difesa e “un piano di investimenti da 35 miliardi fino al 2020”.
Se qualcosa potrà smuoversi si capirà giovedì, quando si incontreranno ancora i ministri delle finanze dell’area euro. Ma l’appuntamento non si presenta sotto i migliori auspici. La Grecia non intende presentare nuove proposte alla riunione, ha già dichiarato il ministro ellenico delle Finanze Yanis Varoufakis, intervistato dal quotidiano popolare tedesco Bild. “Mi concentro con tutte le mie forze per far sì che si trovi una soluzione, fra la Grecia e le tre istituzioni”, interviene dal canto suo Merkel che però ammette di “non poter dire” se nel prossimo Eurogruppo ci sarà un accordo.
E a testimoniare i molti dubbi sulla possibilità che l’appuntamento di giovedì sia risolutivo L’Eurogruppo anche le molte voci che già circolano sulla possibilità che si sia costretti a fissare una riunione straordinaria dei capi di Stato e di governo dell’area euro (un “eurosummit”) per questa domenica. “Non si può escludere”, ripetono le fonti a Bruxelles.