Bruxelles – Il programma Omt della Banca centrale europea non viola nessun trattato dell’Unione. A stabilirlo una volta per tutte è la Corte di giustizia Ue, chiamata a pronunciarsi su una serie di ricorsi presentati presso la Corte costituzionale federale tedesca. Che la sentenza sarebbe stata favorevole alla Bce, in realtà, era già nell’aria da mesi. A gennaio, l’avvocato generale si era espresso contro i ricorrenti che ritenevano che il programma Omt da un lato non rientrasse “nel mandato della Bce e violasse il divieto di finanziamento monetario degli Stati membri della zona euro e, dall’altro, violasse il principio di democrazia sancito nella Legge fondamentale tedesca (Grundgesetz) e pregiudicasse l’identità costituzionale del Paese”.
Secondo la Corte del Lussemburgo, invece, “le caratteristiche specifiche del programma Omt non consentono di affermare che esso sia equiparabile a una misura di politica economica”. “I Trattati dell’Unione autorizzano il Sistema europeo di banche centrali (Sebc) ad adottare un programma come il programma Omt – continuano i giudici, secondo i quali – l’Omt, alla luce dei suoi obiettivi e dei mezzi previsti per raggiungerli, rientra nella politica monetaria e dunque nelle attribuzioni del Sebc”. “Mirando a preservare un’adeguata trasmissione della politica monetaria”, il programma della Bce sarebbe quindi “al tempo stesso idoneo a preservare l’unicità di tale politica e a contribuire all’obiettivo principale di quest’ultima, che è il mantenimento della stabilità dei prezzi”.
La sigla Omt indica le operazioni monetarie definitive (outright monetary transactions) annunciate dal presidente della Bce, Mario Draghi, nell’estate 2012 ma mai applicate. Il programma prevede acquisti, potenzialmente illimitati, dei titoli di Stato dei Paesi dell’Eurozona in difficoltà. Una misura “estrema” ma necessaria, secondo Draghi, per difendere la tenuta della moneta unica in caso di necessità. Ora che la Corte di giustizia ha dato il semaforo verde alla Bce, non è escluso che l’Omt venga attivato per la prima volta per combattere la crisi greca ed evitare che questa contagi tutta l’Unione. Gli acquisti dei titoli di Stato sarebbero diretti sul breve termine, a patto però che la Grecia abbia negoziato un programma di salvataggio con l’Europa. Uno scenario che, al momento, appare ancora lontano.