Lussemburgo – “L’immigrazione è un tema su cui l’Europa o vince o perde, e noi lavoriamo per evitare la bancarotta politica dell’Europa”. Angelino Alfano arriva al consiglio dei ministri degli Interni di Lussemburgo cercando una sintesi che appare difficile, ma che comunque verrà cercata. Nonostante i malumori, le divisioni, i mal di pancia, c’è consapevolezza del fatto che gli occhi sono puntati tutti sull’Unione europea. La chiave di volta, in questa partita, è trovare un modo di far passare la proposta della Commissione – ripartizione di quarantamila migranti da Grecia e Italia tra gli altri Paesi Ue – senza dire ai rispettivi bacini elettorali di aver ceduto al dirigismo dell’Ue. Sottotraccia si lavora per questo, e la Spagna si dice pronta ad accettare migranti sì, ma su base volontaria. La questione volontaria sembra essere la proposta di compromesso su cui spingeranno i ministri e di cui si continuerà a discutere nella riunione dei capi di Stato e di governo per il vertice del Consiglio europeo della prossima settimana, perchè sono tutti concordi col dire che la partita non si chiuderà con la riunione di oggi di Lussemburgo. Il primo a dirlo è il ministro degli Interni tedesco, Thomas De Maiziere. “Cerchiamo le linee generali per un compromesso”. Ma che ci si possa accontentare di una ripartizione su base volontaria è un’ipotesi che l’esecutivo comunitario continua ad escludere, promettendo che la proposta della Commissione sarà difesa “fino all’ultima parola”. Le distanze, insomma, rischiano di farsi incolmabili.
Il ministro degli Interni italiano, Angelino Alfano, esce dal sottotraccia per condurre lo scontro dialettico con i partner, e l’esternazione rilasciata al suo arrivo a Lussemburo certifica una partita giocata tanto con i partner europei quanto, soprattutto, con gli elettori di casa. “L’immigrazione è un tema su cui l’Europa o vince o perde, e noi lavoriamo per evitare la bancarotta politica dell’Europa”. Questo il messagio da spendere in Europa. Poi quello da spendere a casa. “I fatti di Ventimiglia sono un pugno negli occhi di chi non vuol vedere, è un pugno in faccia all’Europa”. Alfano bacchetta la Fracia per la chiusura delle frontiere. Ma la partita del titolare del Viminale è la stessa dei suo omologhi, perchè sull’immigrazione si vince o si perde anche a livello interno. La Francia non può incassare i rimbrotti italiani, e Bernard Cazneuve allora risponde secondo le regole del gioco. “Non c’è chiusura di frontiere tra Francia e Italia. Ci sono delle regole, quelle di Schengen e quelle di Dublino”. In base a queste regole, “se i migranti attraversano le frontiere, ed il loro arrivo è dall’Italia è normale vi siano riportati”.
I ministri De Maiziere e Cazeneuve si vedono prima dell’inizio del lavori e insieme parlano alla stampa per ribadire l’alleanza tra i due governi in questo tema. In fin dei conti, al di là di tutto, Francia e Germania lavorano per confermare l’impianto dell’agenda della Commissione europea, con qualche modifica. L’impegno per i rimpatri, il principio di “solidarietà-responsabilità” (i Paesi Ue prendono quote di immigrati da Grecia e Italia, ma Grecia e Italia garantiscono l’identificazione dei richiedenti asilo). E’ il compromesso di cui parla De Maiziere. Che si cerca oggi, ma che con ogni probabilità si proverà a sancire la prossima settimana a livello di leader.