Bruxelles – Le trattative continuano e non è escluso che un accordo venga siglato entro la fine dell’anno. Le delegazioni di Cuba e dell’Unione europea hanno cominciato oggi a Bruxelles il quarto round dei negoziati per la sigla di un trattato sul dialogo politico e la cooperazione che, nelle intenzioni delle parti, dovrà incoraggiare e facilitare il commercio e gli investimenti transatlantici. Lo scorso incontro ufficiale fra negoziatori era avvenuto a marzo, a l’Avana, ma nel frattempo Cuba e Ue hanno avuto modo di continuare il dialogo in due altri incontri di alto livello, l’ultimo dei quali avvenuto il 22 aprile fra il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez Parilla, e l’Alto rappresentante per la Politica estera Ue, Federica Mogherini. Le delegazioni avevano anche avuto modo d’incontrarsi in maniera informale settimana scorsa, durante il secondo summit Ue-Celac, la Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi. Proprio all’interno della dichiarazione finale del vertice internazionale, i capi di Stato hanno esplicitato ancora una volta la loro volontà di concludere al più presto l’accordo che potrà contribuire anche “a consolidare ulteriormente la struttura complessiva delle relazioni bi-regionali Ue-Celac”.
Fra i temi che saranno compresi nel trattato ci sono l’economia e il commercio, ma anche la cooperazione sulla governance, sul traffico di droga e sulla proliferazione di armi. L’intenzione mostrata dalle due parti è di affrontare ogni tema, dal più politico al più tecnico. I diritti umani avranno poi uno spazio a parte all’interno di un dialogo specifico, come annunciato in aprile da Federica Mogherini. Negli scorsi round negoziali (cominciati nell’aprile 2014) sono stati affrontati i temi legati alla cooperazione, mentre oggi e domani l’intenzione delle parti è di andare più nel dettaglio per quanto riguarda l’aspetto economico e commerciale. L’accordo, però, non sarà una lista di richieste su cose che vanno fatte o non fatte, ma un “accordo quadro” che servirà da base per costruire futuri ulteriori trattati su temi più specifici. Argomento, questo, che vale in particolare per il delicato tema dei diritti civili. “Abbiamo visioni diverse su cosa rappresenti una società democratica, e non c’è dubbio che l’argomento darà vita a discussioni animate in futuro, ma non possiamo prescrivere un particolare modello all’interno dell’accordo” spiegano fonti diplomatiche.